Sfida Italia-Spagna al casello di Abertis

La Acs di Florentino Perez mette sul piatto 18,7 euro contro i 16,5 offerti da Atlantia

Sfida Italia-Spagna al casello di Abertis

Florentino Perez, eroe del Real Madrid e patron di Acs (di cui ha il 12,6% del capitale), scende ufficialmente in campo su Abertis contro Atlantia. La contro Opa arriva proprio nel giorno in cui il cda del gruppo autostradale spagnolo era chiamato ad esprimersi sull'offerta tricolore.

Il gruppo di costruzioni di Perez, attraverso la tedesca Hochtief (controllata al 72% del capitale da Acs), ha messo sul piatto 18,76 euro per ogni azione di Abertis. Si tratta del 13,7% in più rispetto all'offerta in contanti della società controllata dai Benetton e più dei 18 euro ventilati negli ultimi giorni. In tutto l'offerta di Perez vale 18,57 miliardi, ed è finanziata per 14,9 miliardi da Jp Morgan. Atlantia a metà maggio aveva offerto 16,5 euro in contanti o, per un massimo del 23% del capitale, 0,697 azioni della società italiana per ciascun titolo portato all'Opa per un valore complessivo di 16,4 miliardi. L'operazione tuttavia vale doppio visto che su Abertis pesano debiti per 16 miliardi.

Fin da subito la Moncloa, che ancora deve rispondere agli spagnoli di aver «concesso» la mano di Endesa a Enel, ha sondato la disponibilità di cavalieri bianchi locali pronti a salvare le autostrade spagnole e i satelliti di Hispasat dalle mani straniere. E alla fine, dopo un'attesa lunga cinque mesi, Perez ha fatto la sua mossa. Per Acs si tratta di un dejà vu visto che la stessa società di costruzioni ha partecipato alla costituzione di Abertis nel 2003 insieme a La Caixa, per poi vendere la propria quota nel 2012 fondo Cvc per una valorizzazione di 15 euro per azione. E oggi proprio il 22,3% del capitale di Abertis detenuto dalla banca catalana si è trasformata nell'ago della bilancia della guerra a colpi di Opa che presumibilmente non si chiuderà prima del 2018.

La contro offerta di Acs punta a «creare un unico globale ed integrato gruppo infrastrutturale», con un giro d'affari da 24,8 miliardi, un ebitda di 4,3 miliardi e sinergie stimante tra i 6 e gli 8 miliardi, in grado «di aumentare gli investimenti» e aumentare l'asticella dei dividendi «verso il 90%». È poi previsto il delisting di Abertis dalla Borsa di Madrid e la quotazione dei titoli del nuovo polo infrastrutturale a Francoforte.

Nel prospetto si parla della cessione di Cellnex Telecom (controllata al 34% da Acs) per evitare l'obbligo di Opa a cascata e della possibile dismissione di Hispasat, l'incasso di entrambe le vendite sosterrebbe i costi della maxi opa. La controfferta è condizionata al raggiungimento della maggioranza assoluta del capitale di Abertis e alla accettazione dei titoli Hochtief di nuova emissioni per il 20 circa dell'offerta (Acs scenderà così al 50% circa del capitale del nuovo polo).

Ora la palla torna alla Cnmv, la Consob spagnola, che ha 20 giorni per analizzare il prospetto di Acs (e altri 20 giorni ogni volta che richiederà integrazioni). In caso di semaforo verde, gli azionisti di Abertis avranno 30 giorni per decidere quale offerta accettare e, in questo lasso di tempo, le due società potranno migliorare le rispettive proposte.

Altantia, essendo stata la prima a lanciare l'Opa, ha diritto comunque all'ultima parola purché superiore del 2% a quella degli spagnoli.

In seguito all'annuncio, il titolo Atlantia ha perso l'1,2% a 26,9 euro, Abertis è scattata in alto del 7% a 18,8 euro, Acs del 5,1% a 33 euro, Hochtief dell'1% a 151 euro e Cellnex dello 0,8% a 20,2 euro.

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