Economia

Sforbiciata alle microtasse, lo Stato vuole risparmiare risorse

Dalla tassa per l’emissione di anidride solforosa a quella per permettere ai laureati di avere la pergamena, sono molti i tributi minori che rendono poco al Fisco e gravano sui contribuenti senza una vera logica

Sforbiciata alle microtasse, lo Stato vuole risparmiare risorse

Lo Stato italiano vuole ripulire l’elenco dei tributi minori, quelle microtasse che gravano senza una vera logica sui contribuenti, che rendono poco al fisco e la cui lotta all’evasione rappresenta un onere che non dà frutti finanziari.

Tra questi balzelli figurano una serie di tasse di difficile lettura, come la tassa per l’emissione di anidride solforosa (usata soprattutto nella produzione di vino e nell’industria alimentare) e la tassa di istruzione superiore che rappresenta per i laureati un costo di 100 euro ai quali si vanno ad aggiungere i 16 euro per entrare in possesso del certificato di laurea.

C’è poi la tassa sugli intrattenimenti, un balzello che esiste dagli anni Ottanta del secolo scorso e viene applicata alle sale da ballo e alle sale giochi. Andare in una balera, fare una partita a flipper o al biliardino frutta allo Stato una cifra vicina ai 70 milioni di euro annui che pesano sulle spalle dei contribuenti senza un vero motivo. La tassa sull’intrattenimento è il nome tecnico di un costo aggiuntivo che si abbatte sui momenti di svago. C’è quindi una tassazione sul lavoro e una sui momenti di relax.

C’è l’addizionale sui canoni per le acque pubbliche (271mila euro l’introito per il fisco), l’imposta sugli aerotaxi e quelle sul rumore degli aerei civili. Ci sono le maggiorazioni delle tasse sui rifiuti e una serie di prelievi che le regioni fanno per le abilitazioni all’esercizio delle professioni. Una logica che si avvolge su se stessa: alcune regioni vogliono che qualcuno paghi (poco, ma pur sempre qualcosa) per potere svolgere quella professione che verrà tassata dal fisco.

L’elenco delle microtasse è lungo e in continuo aggiornamento, include un insieme di prelievi introdotti negli anni dalle amministrazioni regionali e locali. Tutte insieme garantiscono entrate fiscali per lo 0,1% delle entità fiscali statali, regionali e comunali e che, tra contrasto all’evasione, costi di amministrazione e di gestione pesano sul fisco dieci volte tanto.

Così il fisco vuole progressivamente concentrare i propri sforzi e le proprie risorse su attività di gran lunga più redditizie per le casse pubbliche, sgravandosi dall’oneroso compito di scovare illeciti e amministrare canali di entrate fiscali che non sono fruttiferi e che causano costi anche a gestori, commercianti, professionisti e clienti finali.

Si parla dell’abolizione del Superbollo auto da diversi anni, così come del resto si discute da tempo sulla tassa di laurea e, con buona probabilità, verranno depennate con la prossima riforma fiscale che troverà un principio di applicazione già con il ddl Semplificazioni, che sarà vagliato dalle camere nei prossimi giorni.

Una sforbiciata che lo Stato dà di tanto in tanto alle microtasse.

Nel 2015 è stata tolta l’imposta di fabbricazione sui fiammiferi ma, dati alla mano, di balzelli di difficile comprensione ce ne sono ancora molti.

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