Si introduca un'addizionale per il Monte

Alla bancarella del mercato il consumatore che intende acquistare una mela sta attento che il frutto non sia bacato. La mela Mps era bacata da troppo tempo. Renzi & Padoan hanno raccontato la storiella della banca senese finalmente risanata e appetibile. Gli investitori non hanno abboccato. Francoforte ha bacchettato. E il governo ha dovuto nazionalizzare l'istituto.

Non amo i salvataggi di Stato, ma se proprio andava fatto, occorreva intervenire molto tempo prima. Così il buco è divenuto voragine. Ora, soprattutto per rispetto del contribuente italiano che pagherà di tasca propria, è giusto pretendere che venga azzerato il management di Mps (l'attuale ad Marco Morelli era già un dirigente ai tempi della malsana gestione Mussari, per intenderci quella dell'improvvido acquisto di Antonveneta da Santander per la modica cifra di oltre 9 miliardi di euro); che il governo azionista controlli in modo ferreo e vigili sul risanamento della banca. E dica subito, formalizzando l'impegno verso la collettività, che al massimo in 24 mesi Mps tornerà sul mercato. Lo Stato deve rimanere nella banca in crisi solo per la fase di ristrutturazione. Tuttavia, quando leggo che Padoan guarda alla pagliuzza dei controllori europei anziché scorgere la trave che offusca il proprio occhio beh, c'è poco da stare allegri. Chiudo con una provocazione che guarda all'azionariato popolare. Si introduca per Mps un'addizionale (ne esistono e resistono tante!) una tantum in misura percentuale e che preveda una franchigia per i redditi molto bassi. Chi paga l'addizionale si veda assegnate azioni della banca.

In tal modo prenderebbe vita una public company dove, grazie alle proprie azioni, sarà possibile dar vita ad aggregazioni per incidere nella scelta del management e nei programmi.

Un modo di operare virtuoso che sganci del tutto Mps dalla storica e drammatica ingerenza della politica.

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