È inutile che le banche italiane continuino ad affannarsi unicamente sul taglio dei costi, perché «con un salto di mentalità, si creerebbero le condizioni sia per assumere 15mila giovani in un triennio sia per fare ripartire l’economia del Paese». Il progetto è della Fabi di Lando Maria Sileoni, che la prossima settimana sarà confermato alla guida del primo sindacato del settore, mentre si accende la trattativa con l’Abi di Antonio Patuelli che delineerà i nuovi modelli di banca del futuro.
Molti istituti, pressati dal check up europeo, hanno lasciato gli azionisti senza dividendi e stanno ricapitalizzando, come possono assumere?
«Occorre definire un nuovo modello di banca e porre tre obiettivi: nuovi posti di lavoro, più ricavi e tornare a svolgere un ruolo sociale sul territorio, assicurando una migliore assistenza a famiglie e imprese. Le banche devono conquistare nuove attività da altri comparti, come la consulenza fiscale, e sfruttare il valore intrinseco dell’Italia in mercati come turismo e l’import-export. Dal 2000 al 2014 l’industria del credito ha pre-pensionato 48mila addetti e altri 20mila usciranno entro il 2020; adesso occorre voltare pagina».
Il nuovo contratto porterà a filiali simili a «supermarket»?
«Non vogliamo vendere biglietti aerei, per lo stadio o il cinema, ma offrire servizi di consulenza. Le banche conoscono tutto dei propri clienti, inizino a sfruttare appieno queste informazioni».
Le rivendicazioni occupazionali si scontrano con i prevedibili nuovi tagli di filiali conseguenti all’accresciuto peso delle transazioni via Internet..
«È un errore gravissimo, perché si perde il contatto col territorio».
Quali sono le rivendicazioni salariali del nuovo contratto?
«Vogliamo recuperare l’inflazione pregressa, attuale e attesa».
Che cosa chiedete a Renzi?
«La Fabi domanda a tutte le forze politiche, a partire dall’esecutivo e da Forza Italia ,di vigilare affinché le bad bank non producano strappi di sistema».
Ma le banche sono schiacciate da 340 miliardi di sofferenze, che devono neutralizzare...
«Le bad bank non devono essere una “discarica“ perché, se saranno solo un modo per aspirare ad improbabili aiuti di Stato, il pericolo è che si tramutino in un cimitero per le pmi. Noi pensiamo a soluzioni che diano alle banche l’opportunità di incrementare i ricavi, mantenendo il rapporto con la clientela, attraverso strumenti innovativi di recupero crediti».
Le banche sono a corto di cassa: come possono fare prestiti se non si «ripuliscono»?
«Approvvigionandosi con tre tipi di obbligazioni: di scopo, solidali e territoriali. Oggi gli italiani pensano che le banche taglino i costi a solo vantaggio dei manager e che scarichino sulla società i loro problemi. Patuelli fa bene a essere molto presente a difesa del settore, ma se l’Abi recepisse solo la metà di quanto proponiamo, la percezione muterebbe».
Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.