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Soci Meta all'attacco. Ma Zuckerberg resiste

Il web rilancia le voci sull'addio del fondatore, il gruppo smentisce. Fondi delusi dal Metaverso

Soci Meta all'attacco. Ma Zuckerberg resiste

Non se ne va, anche se in molti lo accompagnerebbero volentieri alla porta. Mark Zuckerberg resta al suo posto di ad di Meta, sotto la cui ala ci sono Facebook e Instagram. Eppure, l'altra sera, il passo d'addio dell'ex enfant prodige sembrava possibile, con tanto di data delle dimissioni (2023) spiattellata per la rete da The Leak, un sito che già nella home page contiene una sorta di manifesto sulla sfera di interessi: «Fughe di notizie che si verificano nel mondo politico, tecnologico, dei giochi, della musica e del cinema». Un WikiLeaks in tono minore e più gossipparo, ma capace di dare una spintarella all'insù ai titoli della creatura di Zuck (+1,4%), che in quest'ultimo periodo non se la passano proprio bene. Un rialzo avvenuto, peraltro, nonostante la perentoria smentita («This is false») del portavoce del big di Palo Alto, Andy Stone.

Il mercato sembra insomma fare il tifo per le dimissioni del creatore dei social media. In particolare, sono gli investitori di peso a essere frustrati per la decisione presa da Zuckerberg di andare all in sul Metaverso, finora un pozzo senza fondo che continua a inghiottire quattrini senza dare nessun segnale di ritorno economico. Anzi. La divisione Reality Labs dell'azienda, responsabile del progetto, ha perso 3,7 miliardi di dollari nel terzo trimestre, portando le sue perdite annuali a 9,4 miliardi. Senza contare il rosso del 2021. Proprio quel progetto che, secondo le indiscrezioni di The Leak, non sarebbe toccato dalle dimissioni di Zuckerberg.

In una lettera aperta, Brad Gerstner, il cui fondo Altimeter Capital possiede centinaia di milioni di dollari in azioni Meta, ha ricordato come negli ultimi 18 mesi il titolo sia crollato del 55% comportandosi molto peggio ruspetto alla media (-19%) delle big-tech. Peggio ancora, il price earning è sceso da 23x a 12x e ora viene scambiato a meno della metà del p/e medio delle società omologhe. «Questo calo del prezzo delle azioni - scrive Gerstner - rispecchia la perdita di fiducia nell'azienda, non solo il cattivo umore del mercato. Meta ha bisogno di ritrovare il suo fascino. Meta ha bisogno di ricostruire la fiducia con gli investitori, i dipendenti e la comunità tecnologica per attrarre, ispirare e trattenere le persone migliori del mondo. In breve, Meta ha bisogno di rimettersi in forma». La cura prospettata dal fondatore di Altimer Capital si basa su tre punti chiave: ridurre la spesa per l'organico di almeno il 20% (e con i 10mila licenziamenti già programmati qualche risparmiuccio ci sarà); ridurre ogni anno i flussi di cassa in uscita per investimenti da 30 a 25 miliardi, poiché il gruppo «sta investendo di più in capex di Apple, Tesla, Twitter, Snap e Uber messi insieme!»; limitare gli investimenti nel metaverso/Reality Labs a non più di 5 miliardi di dollari l'anno. Lacrime e sangue.

E se Zuck naviga nella tempesta, non più calmo è il mare che affronta Elon Musk dopo aver preso il timone di Twitter.

Il Washington Post riporta infatti che il social del cinguettio sta perdendo appeal: più di un terzo dei 100 maggiori clienti non hanno infatti messo inserzioni sulla piattaforma nelle ultime due settimane, a conferma del crescente scetticismo che circonda il guru di Tesla.

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