Sollecito dell'Abi ai banchieri: «Pagate la retta»

L'Abi di Antonio Patuelli manda il «sollecito» ai top banker che non hanno ancora versato il 4% della propria retribuzione per finanziare il «Fondo nazionale per il sostegno dell'occupazione». Si tratta dell'ammortizzatore sociale, parallelo al Fondo esuberi, a cui le banche attingono per stabilizzare i precari in cambio di uno stipendio più leggero per quattro anni: al momento sono 9.183 le richieste pervenute al Fondo, di cui 8.754 approvate.

A dire il vero presidenti, amministratori delegati e direttori generali dell'industria creditizia hanno tempo per il beau geste sino a fine dicembre. La lettera di Palazzo Altieri - spedita alle banche associate il 18 novembre e di cui il Giornale è entrato in possesso - suona, tuttavia, come un promemoria a fare tutti la propria parte: le figure «apicali» delle banche (stipendio in termini di «ral» di almeno 300mila euro annui), ricorda la missiva firmata dal presidente Patuelli e dal direttore generale Giovanni Sabatini, devono versare un contributo «indicativo» pari al 4% della «retribuzione fissa netta». Trascorso il termine di dicembre, gli accordi prevedono, peraltro, che le spese del fondo siano messe in bilancio dagli istituti stessi. Gli altri addetti coinvolti (dirigenti, quadri direttivi e aree professionali) hanno, invece, tempo per pagare fino a gennaio 2015. La lettera dell'Abi cade nel pieno della battaglia sul rinnovo del contratto nazionale che modellerà le banche del futuro.

Il confronto con i sindacati riparte oggi, ma Palazzo Altieri ha ribadito la necessità di non aumentare il costo del lavoro: a guidare le trattative, come capo del Casl, è il presidente di Mps, Alessandro Profumo. I sindacati, intanto, hanno annunciato un capanello di protesta in Piazza Affari.

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