Cinque dirigenti della Banca Popolare di Bari sono indagati nell'ambito di un'inchiesta dalla Procura del capoluogo pugliese con l'accusa di associazione a delinquere e truffa. Lo ha riferito una fonte giudiziaria di Bari, confermando la notizia riportata ieri dal quotidiano la Repubblica.
L'istituto pugliese in un comunicato ha negato gli addebiti, che attribuisce a «dichiarazioni rancorose di un dipendente licenziato per giusta causa», definite «inaccettabili propalazioni».
L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e svolta dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. Risultano indagati il presidente Marco Jacobini, i suoi due figli Gianluca e Luigi (rispettivamente condirettore generale e vice), il responsabile della linea contabilità e bilancio della popolare Elia Circelli, il dirigente dell'ufficio rischi Antonio Zullo. Le accuse, per tutti, sono di associazione per delinquere, truffa, ostacolo all'attività della Banca d'Italia e false dichiarazioni nel prospetto informativo depositato alla Consob. L'ex direttore generale Vincenzo De Bustis, già ad del Monte dei Paschi e di Deutsche Bank, è invece indagato per maltrattamenti.
I fatti contestati si riferiscono al periodo 2013-2016. A innescare l'indagine è stata proprio la denuncia del funzionario licenziato. Gli inquirenti stanno svolgendo accertamenti anche sulle modalità di acquisizione di Tercas, la ex Cassa di Teramo. Nel dicembre 2016 la banca era stata oggetto di una perquisizione nell'ambito dell'inchiesta sul presunto ostacolo alle attività di Bankitalia.
La Popolare di Bari avrebbe dovuto trasformarsi in spa se il consiglio di Stato non avesse sospeso, appellandosi alla Consulta, la riforma che elimina il principio «una testa un voto» negli
istituti con oltre 8 miliardi di attivi.Molti piccoli azionisti hanno aderito a un comitato di tutela gestito dalle associazioni dei consumatori dopo che la banca lo scorso anno ha svalutato le azioni del 21% a 7,5 euro.
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