Cinzia Meoni
Momento d'oro per le spac (veicoli quotati in attesa di acquisire una società target) che, dopo una prima fase di rodaggio, sono sempre più utilizzate dalle piccole e medie imprese per approdare in Borsa, riducendo all'osso l'iter amministrativo «normale», spesso percepito come un ostacolo all'Ipo. Al momento sono 14 le società approdate a Piazza Affari tramite spac, e Aquafil, azienda trentina attiva nelle produzione di fibre sintetiche con un giro d'affari di 482 milioni, è pronta a diventare la 15° attraverso la fusione con Space 3. La società è ai blocchi di partenza per lo Star dove è attesa il 19 novembre e spera di replicare i successi, sino a qui raccolti, dalle operazioni effettuate da Space Holding: Avio (+32% da inizio anno) e di Fila (+39%). E, in effetti, Space3 è nata proprio da una scissione dopo l'operazione con Avio: i 152 milioni «avanzati» che serviranno ad acquistare il 24% di Aquafil.
Un tempo si parlava, raramente, di reverse merger, una fusione al contrario che permetteva a scatole svuotate dalle attività storiche di essere utilizzate da altre scoietà per il «salto» in Borsa: nel 2006 Perlier, attiva nella cosmetica, si è trasformata in Uniland, società che investiva in terreni agricoli (poi
fallita). L'introduzione delle spac nel 2013 ha fornito nuove opportunità a imprenditori e a investitori. Ne hanno approfittato, tra l'altro, Sesa (+42%), Orsero (+48%), Ivs (+54%), Lu-Ve (+13%), Gpi (+7%) e Zephiro (+11%).