Squinzi a Monti: "Fiere strumento di politica industriale"

Il presidente di Confindustria con il premier all'inaugurazione del salone del tessile MianoUnica a Fieramilanocity: "Le fiere devono essere uno strumento di politica industriale per rilanciare i settori che hanno fatto grande il nostro Paese. Serve un tavolo strategico per definire le priorità nei mercati e un Piano nazionale per la promozione dell'Italia all'estero"

Squinzi a Monti: "Fiere strumento di politica industriale"

"La sfida è la crescita. Dobbiamo ripartire dalla politica industriale. Le fiere devono essere uno strumento di politica industriale per rilanciare i settori che hanno fatto grande il nostro Paese". Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo intervento all’inaugurazione salone del tessile MilanoUnica che si tiene fino al 13 settembre nei padiglioni di Fieramilanocity, ha lanciato un messaggio preciso al premier Mario Monti, presente all’inaugurazione, lanciando un appello preciso che raccoglie le istanze, di chi le fiere le organizza, fa business in Italia e all’estero e crede in questo ruolo, come Fiera Milano, che da tempo sollecita un intervento del governo perché riconosca questo ruolo che viene già svolto nei fatti.

E anche Squinzi ha chiesto di aprire un tavolo che metta al centro le fiere come strumento di politica industriale. "Sono convinto - ha affermato il presidente degli industriali - che serva un tavolo strategico per definire le priorità nei settori e nei mercati". "Il tavolo - ha proseguito Squinzi - lo vogliamo fare insieme al governo, perché siamo convinti che questa è una strada che creerà opportunità di crescita senza oneri aggiuntivi di spesa pubblica". "Crediamo - ha detto ancora il presidente di Confindustria - che un approccio di sistema tra tutti gli attori potrà anche portare risparmi e razionalizzazione di spesa pubblica, ma soprattutto sarà una strada su cui potremo consolidare le azioni per la crescita e per far ripartire le imprese del nostro paese. Non c’è tempo da perdere. L'associazione europea delle fiere (Emeca) ha identificato 7 fiere in Germania che rappresentano lo strumento per lo sviluppo dell’internazionalizzazione delle imprese tedesche. In Italia, la stessa Emeca ha identificato 4 poli fieristici paragonabili a quelli tedeschi, idonei a essere lo strumento per promuovere il business delle nostre imprese in Italia e nel mondo. Incominciamo da qui per aiutare le imprese a crescere".

Non solo, Se una gamba a sostegno dell’industria e delle pmi è la centralità del ruolo delle fiere, l’altra gamba indispensabile è "un autentico Piano nazionale per la promozione dell'Italia all'estero che riduca, o meglio ancora, elimini una volta per tutte, la frammentazione delle iniziative, che indirizzi al meglio le risorse, che identifichi le priorità geografiche e settoriali sulla base delle forze di mercato, ponendo l'impresa al centro della sua strategia". "Per questo - ha aggiunto Squinzi - Confindustria ha insistito e contribuito molto per rifondare e rafforzare l'Ice e la cabina di regia per l'internazionalizzazione".

Per Squinzi serve anche "una Unione Europea più combattiva, che si imponga se necessario con la forza diplomatica che le compete, perché migliorino le condizioni di accesso ai mercati internazionali e diminuiscano le pratiche illecite e sleali di molti concorrenti". Ma, ha detto il numero uno di Confindustria, anche le imprese devono fare la loro parte soprattutto puntando su qualità del prodotto e innovazione da "proteggere" depositando "brevetti e marchi nei mercati che si ritiene strategici per i propri prodotti", una scelta che "può essere un investimento oneroso, ma sicuramente necessario per tutelarsi dalla concorrenza sleale".

Tessile, un anno difficile

Dopo un 2011 positivo, con un giro d’affari arrivato quasi a 8,4 miliardi di euro, il 2012 sembra segnare una nuova battuta d’arresto per il tessile italiano, la cui produzione è diminuita del 15,3% nel primo semestre, secondo dati elaborati da Sistema Moda Italia. Nei primi cinque mesi, inoltre, sono calate le esportazioni (-5% in valore e -10,5% in volume), anche se il saldo commerciale resta positivo per il parallelo crollo dell’import (-24,5%). È per cercare di arginare questo colpo di coda della crisi, dunque, che da oggi al 13 settembre le aziende del settore si riuniscono a Fieramilanocity per la 15/a edizione della rassegna che vede presenti 458 espositori su 62.200 metri quadrati. "Il futuro delle nostre aziende passa inevitabilmente per una crescita delle nostre esportazioni - ha detto il presidente del salone, Silvio Albini -.

Già oggi verso Paesi una volta emergenti come Cina, Turchia e Brasile, l’export di tessuti, oltre a essere in crescita significativa in valori assoluti, ha un peso maggiore dell’export di abbigliamento". La Cina, in particolare, nella prima parte dell’anno è diventata il secondo mercato dopo la Germania, anche se una crescita si è registrata anche in mercati tradizionali come gli Usa (+6,8%).

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