Economia

La "stangata" quarantena che alleggerisce la busta paga

Fondi esauriti per coprire le quarantene fiduciarie, nonostante l'appello dei sindacati ai ministri di Lavoro ed Economia. La denuncia di FdI

La "stangata" quarantena che alleggerisce la busta paga

La quarantena preventiva, ovvero il periodo di "sorveglianza attiva o fiduciaria" imposto ad un lavoratore che sia entrato in contatto con un positivo al Covid, non sarà più equiparato a malattia dall'Inps.

La cosiddetta indennità di quarantena, introdotta nel 2020 dal governo Conte II con una copertura di 663,1 milioni di euro, non è stata infatti rifinanziata dall'esecutivo guidato dall'ex governatore della Banca centrale europea Mario Draghi. Nel caso in cui il diretto interessato non possa svolgere le proprie mansioni in smart working possono verificarsi due distinte situazioni: o la copertura del periodo di quarantena viene effettuata dal datore di lavoro oppure arriva il taglio in busta paga. Le ripercussioni si faranno sentire anche per tutti quei lavoratori (oltre 200mila secondo le stime) costretti a subire la "sorveglianza attiva o fiduciaria" nei primi sei mesi del 2021. I fondi, infatti, sono stati tagliati fin dall'inizio dell'anno, quindi non è dato sapere cosa accadrà in tutti quei casi in cui le imprese che hanno anticipato la copertura ai propri dipendenti non hanno visto rimborsare tali cifre dall'Inps come accaduto nel 2020. Non si esclude, al momento, la possibilità che qualcuno possa chiedere indietro il denaro agli stessi lavoratori.

Si aggiunga, inoltre, che 200mila è solo una stima del rapporto calcolato nel 2020 di 4,5 lavoratori costretti alla quarantena per ciascun infetto, per cui è impossibile, al momento, fare un calcolo più preciso. Ciò che è certo è che i casi di infezione "in occasione del lavoro", equiparati agli infortuni, continueranno ad essere coperti da Inps e Inail, le quarantene non più.

Rossana Dettori, Angelo Colombini e Ivana Veronese, segretari rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil, hanno chiesto un intervento normativo urgente ai ministri Andrea Orlando (Lavoro) e Daniele Franco (Economia) lo scorso 10 agosto, un appello caduto nel vuoto. Resta preoccupante anche la condizione dei lavoratori fragili, immunodepressi, malati oncologici, sottoposti a terapie salvavita e disabili gravi: fino al 30 giugno, per questi, ogni giorno di assenza era equiparato ad un giorno di ricovero ospedaliero. Dal 1 luglio, purtroppo, anche questa misura è decaduta.

Come riportato da Repubblica, nel 2020 sono stati circa 962mila i lavoratori in quarantena, per un totale di 13 milioni di giorni di malattia. Sono stati 1,7 milioni, invece, i certificati complessivi di quarantena: 13,7 giorni medi per lavoratore e 7,9 giorni medi a certificato.

La denuncia di FdI

Dura l'accusa di Fratelli d'Italia, che ha deciso di denunciare direttamente all'Unione europea lo stop del riconoscimento della quarantena come malattia da parte dell'Inps. "Con la circolare numero 2842 del 6 agosto scorso, l'Istituto Nazionale Previdenza Sociale italiano ha fatto sapere che l’indennità di malattia per quarantena da contatto Covid-19 non potrà essere erogata per gli eventi relativi 2021, ma solo per tutto il 2020 nel limite delle risorse stanziate. L'Inps, infatti, ha fatto sapere che il legislatore italiano attualmente non ha previsto, per l’anno 2021, appositi stanziamenti volti alla tutela della quarantena e che, pertanto, salvo eventuali interventi normativi, l’Istituto non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all’anno in corso. Abbiamo dunque presentato un'interrogazione alla Commissione europea per sollecitarla ad intervenire sul governo italiano affinchè riveda questa decisione assolutamente lesiva dei diritti dei lavoratori. Ai fini del trattamento economico infatti la quarantena è stata equiparata alla malattia, essendo una misura considerata necessaria dall'Ecdc e dallo stesso Ministero della salute italiano ai fini del contenimento dei contagi", ha dichiarato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia- Ecr Vincenzo Sofo, membro della commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento europeo.

E ancora: "In tal modo il costo sociale di questa misura ricadrebbe sulle imprese e in ultima istanza sui lavoratori, con un rischio per coloro che si sono sottoposti a quarantena di decurtazione dello stipendio mensile di 600/700 euro, come da calcoli di Unimpresa.

Il sospetto è che il ministro Orlando voglia usare il Covid come scusa per smantellare pezzo per pezzo il nostro stato sociale".

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