Starbucks, una banca nel cappuccino

Sulle carte prepagate ha depositi per 1,2 miliardi. Come un medio istituto

Starbucks, una banca nel cappuccino

C'è chi tiene i propri soldi in banca, chi preferisce nascondere i contanti sotto al materasso e chi invece li deposita al bar. O meglio, da Starbucks, la catena di caffetterie Usa, che di fatto è diventata una banca. Con una provvista paragonabile a quella di un istituto italiano di medie dimensioni come può essere una popolare o una cassa di risparmio.

I clienti hanno infatti depositato 1,2 miliardi di dollari caricati nelle carte prepagate della società nel primo trimestre del 2016, più di quanto viene custodito nei depositi di molte banche statunitensi.

Secondo i dati di S&P Global Market Intelligence, da diversi anni Starbucks ha le sue carte prepagate con cui si possono acquistare, a prezzi scontati e acquisendo buoni premio, caffè, dolci e insalate nei negozi della catena senza usare contanti. Si tratta di un sistema di pagamento alternativo alle credit card che potrebbe sostituire entro il 2020 un terzo delle carte bancarie. Inoltre è un sistema di fidelizzazione dei clienti considerato molto efficace dagli esperti di marketing. E il colosso americano può contare su 12 milioni di «fedeli» cui vende milioni di carte regalo alla vigilia delle feste di Natale e

Nel secondo trimestre di quest'anno, il 41% delle transazioni Starbucks negli Stati Uniti e in Canada sono state condotte utilizzando una carta Starbucks (il 24% delle transazioni presso le caffetterie sono invece state fatte usando la app sul telefonino). Le carte prepagate, sono spesso utilizzate dai consumatori che non hanno conti bancari tradizionali.

Intanto, sul fronte industriale, la catena americana sta per compiere un grande passo nel business del tè con un insolito partner.

Il gigante del caffè ha annunciato la collaborazione con Anheuser-Busch InBev per il lancio negli Stati Uniti di Teavana, un tè ready-to-drink. La nuova linea di prodotti debutterà nella prima metà del 2017 sugli scaffali dei circa 300.000 punti vendita della rete di distribuzione di AB InBev.

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