Qualche decisore pubblico arrossisce davanti a questi numeri che fanno parte dell'European Payment Report 2016? Nel nostro Paese la Pubblica Amministrazione paga le aziende fornitrici dopo 131 giorni. In Europa la media è di 36. Ma qui per i ritardi nessuno si scusa. Poco importa che tali metodi mettano le aziende in ginocchio. Particolarmente vulnerabili sono le piccole e medie imprese che, in questi anni di profonda crisi, non hanno prodotto redditi adeguati per fare fronte agli incredibili ritardi dello Stato. Per gli smemorati ricordo che dal 2000 è in vigore una direttiva europea, aggiornata nel 2011, che prevede il pagamento dei debiti commerciali a trenta giorni. Nella sanità 60. Tempi ragionevoli, da noi disattesi, per far lavorare bene le aziende. E così le pmi entrano in uno stato di profonda sofferenza. C'è chi chiude, c'è chi si indebita ben oltre il ragionevole, c'è chi è costretto a ricorrere alle fideiussioni di parenti per tenere attivo il fido concesso dalla banca. Su questo è noto il mio pensiero sulla richiesta di fideiussioni personali: è una pratica da proibire! Perché, tra l'altro, si altera il rapporto di valore creditizio della società. Pur in questa situazione ci sono Brambilla che, seppur in un clima ostile, riescono a conservare standard apprezzabili. Veri eroi del nostro tempo! A parole non c'è politico che non si indigni davanti a tale situazione. Ma ciò non genera iniziative drastiche, finalmente risposte concrete. In un'azienda davanti a un ritardo nei tempi di consegna della merce si affronta subito il problema per risolverlo. Lo stesso dovrebbe accadere nell'azienda Pubblica Amministrazione.
Mi chiedo: ora chi se ne occupa seriamente? Qualcuno si sta interessando al problema? Non bastano le parole, servono fatti. Occorre la pratica, il giorno dopo giorno. Meno manager, amanti solo dei grafici, e più professionisti che conoscono l'agire sul campo. Partiamo da lì.www.pompeolocatelli.it
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