Aeffe crolla del 43% sul caso Pollini

Stato di crisi per colpa di pelletteria e scarpe

Aeffe crolla del 43% sul caso Pollini
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Da una capitalizzazione di 48 milioni a una di poco più di 27 milioni in poche ore. È ciò che ieri è successo ad Aeffe, il gruppo proprietario di primari brand come Alberta Ferretti, Moschino e Pollini. In mattinata, la società ha dichiarato lo stato di crisi e, in risposta, il titolo ha perso il 43,4% con la quotazione scesa a 0,24 euro, livello mai toccato. Sia chiaro, la società non se la passava bene da tempo, considerando che gli ultimi bilanci avevano delineato una situazione finanziaria critica. Nel 2024 i ricavi si erano fermati a 251 milioni con un crollo del 21,2% rispetto ai 319 milioni del 2023. Il trend in calo è stato confermato più recentemente con i dati relativi al primo semestre 2025, quando il fatturato è sceso di altri 100 milioni e la perdita netta del gruppo è salita a 28,5 milioni. Ma è stata la decisione del consiglio di amministrazione di Aeffe di avviare la procedura per lo stato di crisi per la controllata Pollini a far affondare così rapidamente il titolo.

Secondo quanto reso noto dalla società, la decisione di ricorrere allo stato di crisi è stata presa con l'obiettivo di garantire un quadro di stabilità e protezione temporanea per la sezione dedicata alle scarpe e alla pelletteria (Pollini, appunto), mentre le altre società del gruppo sono escluse. I vertici di Aeffe hanno messo in evidenza che le difficoltà non dipendono da inefficienze interne, ma da una più generica contrazione del mercato dell'abbigliamento.

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