Potrebbe essere lo stesso Tesoro a comprarsi i CoCo bond del Monte dei Paschi, se fosse messa in campo questa soluzione al momento soltanto al vaglio.
È quanto rivela una fonte finanziaria aggiungendo dettagli alle indiscrezioni rilanciate ieri dal Giornale secondo cui la banca senese sta studiando l'ipotesi di ricorrere ai cosiddetti «contingent convertible bonds» - ovvero obbligazioni ibride convertibili in azioni che offrono alti rendimenti - per raccogliere liquidità e oliare la macchina operativa. Prima di varare il nuovo piano industriale, l'ad Marco Morelli deve infatti piazzare 15 miliardi di obbligazioni con l'obiettivo di riportare nel 2017 l'istituto ai livelli di cassa di fine 2015. Ma i vertici di Rocca Salimbeni non avrebbero bisogno di rivolgersi al mercato, lo stesso che per altro ha disertato l'aumento di capitale da 5 miliardi costringendo il Monte a chiedere l'intervento pubblico. Per finanziare gli 8,8 miliardi di fabbisogno di capitale richiesto dalla Bce, 4,3 miliardi verrebbero infatti raccolti attraverso la conversione dei bond subordinati di Mps già prevista nel decreto «salva banche» mentre 4,5 miliardi arriverebbero dallo Stato. Una porzione attraverso i Cocos e il resto come azioni della banca.
Il presupposto è che il salvataggio statale nel Monte sarà solo temporaneo e che fra 12-18 mesi il controllo pubblico possa essere ceduto a un nuovo partner o acquirente della banca nel frattempo (questa è la speranza) ripulita dalle sofferenze e dunque più appetibile. Per chi emette questo tipo di obbligazioni convertibili la trasformazione in capitale è anch'essa temporanea ma scatta quando il Core Tier1 (l'indice di tenuta patrimoniale) dell'emittente va sotto un certo livello, rendendo particolarmente rischiosa questa opzione per chi compra il bond per cui si chiede un coupon (ovvero una cedola) molto elevato, che nelle condizioni correnti potrebbe avvicinarsi alle due cifre. Più l'emittente è debole e più sia la cedola sia l'asticella di Cet1 devono essere alte. Ma hanno anche un grosso vantaggio (oltre ad essere deducibili fiscalmente) se la banca come Mps è a corto di capitale.
Le regole sui requisiti di adeguatezza patrimoniale delle banche previste da Basilea III prevedono che alcuni CoCos, quelli più rischiosi, possano essere computati nel patrimonio di vigilanza. Resta da capire a quale prezzo verranno emessi nel caso del Monte. E, soprattutto, se la Bce darà il via libera.CC
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