Se da una parte Stellantis «incentiva i lavoratori a lasciare l'azienda, aumentando di volta in volta i bonus e pressando gli addetti ad aderire», come avverte la Fiom-Cgil, dall'altra ne agevola la partecipazione diretta al futuro del gruppo. I dipendenti in Italia e in Francia potranno, infatti, acquistare azioni a condizioni favorevoli, a un prezzo scontato del 20%. Restano escluse dall'operazione le società di joint venture in cui Stellantis non è in maggioranza.
La campagna di adesione si svolgerà dal 13 al 30 novembre e ciascun dipendente potrà acquistare titoli fino a un massimo del 25% della propria retribuzione annua, mentre il gruppo guidato da Carlos Tavares (nella foto) erogherà un contributo pari a quello versato fino a un massimo di 1.000 euro. Le clausole: vincolo fino al 2026 dell'investimento, salvo casi specifici; adempimenti fiscali a carico del dipendente. La legge italiana, comunque, prevede la defiscalizzazione e la decontribuzione del contributo aziendale e del vantaggio connesso allo sconto sul prezzo di acquisto fino a 2.065,83 euro. Un apposito sito Internet servirà per l'acquisto dei titoli e per tutte le informazioni utili.
«Questo percorso di coinvolgimento dei lavoratori», è stato giudicato positivamente da Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Associazione Quadri, pur invitando tutti sempre alla prudenza essendo un capitale a rischio. Apprezzamento delle organizzazioni, inoltre, per essere partiti da Italia e Francia, con l'auspicio che «i rapporti con lavoratori e sindacati siano sempre più improntati a dialogo e partecipazione».
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, infine, spera di «poter dare buone notizie sull'automotive
italiano anche nella prossima settimana: stiamo lavorando per recuperare la latitanza e gli errori dei precedenti governi». Al centro c'è l'obiettivo, ancora irraggiungibile, di tornare a produrre in Italia 1 milione di veicoli.
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