Stellantis, Italia ridotta a un rottame

Produzione mai così bassa, metà dei lavoratori in solidarietà

Stellantis, Italia ridotta a un rottame
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Stellantis chiuderà il 2025 con la produzione italiana ai minimi in assoluto. Il report del sindacato Fim-Cisl parla chiaro. Al 31 dicembre i veicoli sfornati dagli impianti della Penisola saranno circa 310mila: meno di 200mila auto e il resto furgoni. E per fortuna che l'immortale Fiat Panda, made in Pomigliano, nonostante il momentaccio del sito campano, tiene botta anche se in calo, coprendo da sola ben il 52% della produzione italiana di vetture. Un dato che la dice tutta sulle scelte portate avanti finora.

Quasi la metà della forza lavoro (poco più di 18mila addetti, di cui 13.563 alla produzione di auto) è interessata da ammortizzatori sociali, "mentre le poche novità, come la Fiat 500 ibrida, al via da novembre a Mirafiori, e per Melfi la Ds8 elettrica, già in linea, insieme alla nuova Jeep Compass, in produzione da questo mese, potranno dare risultati significativi solo nel 2026", avverte il sindacato.

I dati sui primi 9 mesi - tra auto (-36,3%) e furgoni (-23,9%), per un totale di 265.490 unità realizzate (-31,5%) parlano chiaro sulla situazione da allarme rosso in cui si trova Stellantis in Italia. "È uno scenario ben peggiore di quanto previsto- afferma Ferdinando Uliano, leader Fim-Cisl - e a preoccupare è la situazione occupazionale. Il nostro obiettivo è garantire a ogni sito una prospettiva industriale e di lavoro certa, contrastando qualsiasi atto unilaterale, chiusura o licenziamento, e orientando la transizione tecnologica verso soluzioni concrete, condivise e socialmente sostenibili. Un obiettivo tutt'altro che scontato, alla luce dei livelli produttivi registrati nel 2024 e nel 2025".

È la pesante eredità lasciata da Carlos Tavares al suo successore Antonio Filosa. Le strategie per far ripartire Stellatis in Italia saranno al centro del vertice che l'ad avrà con i sindacati il 20 ottobre a Torino. Tutti gli stabilimenti, infatti, segnano dati negativi rispetto al 2024 con perdite comprese, nei 9 mesi, tra -17% e -65%. Nel dettaglio: Mirafiori -17% (18.450 auto realizzate: 18.315 Fiat 500 elettriche e 140 Maserati); Modena -65,9% (appena 75 Maserati Mc20); Cassino -28,3% (14.135 tra Alfa Romeo Giulia e Stelvio, di cui 3.535 Maserati Grecale, il 4% quelle elettriche); Pomigliano -35% (91.920 con 79mila Panda, e solo 7.930 Alfa Romeo Tonale, giù del 41%; a Melfi dimezzamento delle produzioni a 26.850 unità con la Ds8 elettrica (1.248 modelli), mentre Jeep Compass e Renegade salvano il salvabile.

Ritorno obbligato, poi, della sempre richiesta Fiat 500X (3.235); Atessa -23,9% (114.060 furgoni). Sempre incerto, infine, il destino di Termoli tra la gigafactory fantasma e, soprattutto, dopo lo stop allo storico motore Fire.

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