Stellantis rimborsa i 6,3 miliardi del Covid

Ed è giallo sulla crescita dal 50 al 75% nella joint venture cinese (Gac)

Stellantis rimborsa i 6,3 miliardi del Covid

In vista del piano industriale del primo marzo, Stellantis cerca di porre basi più solide in Cina, prevedendo l'acquisizione di una quota di maggioranza nella joint venture con Guangzhou Automobile Group (Gac), in pratica salendo dal 50 al 75%. Fin qui nulla di strano, visto che l'attuale Stellantis punta a valorizzare il rapporto tra l'ex Fiat e la stessa Gac che risale al 2009 e poi implementato fino a ospitare, con l'avvento di Fca, la produzione di Jeep sotto la Muraglia. L'operazione in cantiere è stata studiata tenendo conto della possibilità del nuovo quadro normativo cinese che consente ulteriori investimenti stranieri nelle joint venture esistenti, a partire proprio da questo mese.

Non l'ha presa bene, però, Gac (sicuramente su input del rigoroso governo di Pechino), colta in «contropiede» dall'annuncio di Stellantis, seppur noto tra tutte le parti in causa. Di fatto, sembra che il complesso quadro burocratico del Paese asiatico preferisse comunicare il tutto solo una volta firmato l'accordo. «A ora - precisa una nota di Gac - le due parti non hanno raggiunto un'intesa formale rispetto all'aggiustamento azionario». Il gruppo, inoltre, si dice «molto dispiaciuto che il comunicato di Stellantis non sia stato concordato».

Stellantis, intanto, rimborserà la linea di credito da 6,3 miliardi, con garanzia pubblica all'80% di Sace, questa settimana. I fondi erano stati attivati nel pieno della pandemia, a giugno 2020, dall'allora Fca Italy per pagare gli stipendi dei lavoratori, i fornitori e gli investimenti programmati nelle strutture in Italia. Nessun commento è arrivato da Sace, Stellantis stessa e Intesa Sanpaolo che materialmente ha erogato il finanziamento in scadenza a giugno 2023.

È comunque plausibile che l'attuale gruppo Stellantis, con ai vertici il presidente John Elkann e l'ad Carlos Tavares, disponendo di una buona liquidità, abbia deciso di restituire i fondi in anticipo, evitando, in questo modo, il pagamento di nuovi interessi, quota da dirottare invece sulle iniziative che Tavares illustrerà tra poco più di un mese.

«Tra l'altro - spiega un analista - in questi mesi il gruppo ha

rispettato i vincoli previsti dall'accordo e dalla documentazione finanziaria, come evidenzia il secondo report sullo stato di avanzamento degli investimenti realizzati che, a giugno, già superava gran parte degli obiettivi».

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