Coronavirus

Nera profezia sull'Italia: "Ecco che cosa accadrà". Batosta dura sul Pil

Secondo un'analisi di Goldman Sachs l'Italia rischia un crollo del pil che nel 2020 potrebbe toccare l'11,6%, cioè il dato peggiore dell'Eurozona

Nera profezia sull'Italia: "Ecco che cosa accadrà". Batosta dura sul Pil

Le previsioni per il futuro economico dell'Italia non sono affatto positive. L'ultima stima di Goldman Sachs sull'andamento dell'economia europea fa tremare i polsi.

A causa degli effetti provocati dalla pandemia di coronavirus, spiega un report dedicato al tema, l'Italia rischia un crollo del pil che nel 2020 potrebbe toccare il -11,6%, il dato peggiore in un'Eurozona che potrebbe chiudere l'anno con un -9% (ma che nelle ipotesi peggiori potrebbe diventare un -16%). Un disastro, insomma, che colpirebbe tutti i Paesi membri. Tra blocchi della produzione e misure di contenimento varie, l'economia pagherà un prezzo salatissimo.

Ma non è finita qui, perché gli analisti di Goldman Sachs prevedono, sempre per l'Italia, un possibile rimbalzo nel 2021 del +7,9%, una percentuale insufficiente per compensare i danni della pandemia. Diversa potrebbe essere invece la situazione in altri Stati. Germania e Regno Unito, ad esempio, non si ritroverebbero con l'acqua alla gola perché nel prossimo anno sarebbero in grado di compensare le perdite subite nel corso del 2020.

Per l'Italia previsioni dai incubo

"L'incertezza attorno alle nostre previsioni è molto elevata" ammette Goldman Sachs -dal momento che dipendono principalmente da picco del contagio, durata delle misure di contenimento e rapidità del successivo rimbalzo". Quella della banca Usa è dunque solo una previsione ma i rischi sono emblematici. Il più grande è che, una volta terminata la pandemia, l'Europa possa dividersi tra Paesi di Serie A e Paesi di Serie B, con l'Italia tra i fanalini di coda del secondo gruppo.

Allargando lo sguardo agli altri Stati, le stime di Goldman Sachs sono nettamente migliori. In generale il pil europeo potrebbe rimbalzare del 7,8% nel 2021 dopo un crollo, come detto, compreso tra il -9% e il -16%. Per la Francia gli analisti ipotizzano un -7,4% e una ripresa, sempre nel 2021, del +6,4% ; in Germania i valori si attestano rispettivamente intorno al -8,9% e +8,5% e in Spagna -9,7% e +8,5%.

Per quanto riguarda le mosse della Banca centrale europea, gli analisti Goldman Sachs scrivono che “le notevoli dimensioni e la flessibilità del Pepp (cioè del programma di acquisto titoli da 750 miliardi di euro lanciato in risposta al Covid-19) consentono di agire temporaneamente come un backstop più ampio ai bilanci pubblici, riempiendo il vuoto lasciato finora dall'assenza di una risposta fiscale a livello di area dell'euro".

"Per compensare l'aumento del rischio nell'area dell'euro – si legge ancora - riteniamo che il Pepp debba essere integrato con due azioni fiscali a livello di eurozona, tra cui un trasferimento del rischio di solvibilità dai bilanci privati a quelli pubblici e un'efficace meccanismo di condivisione del rischio dei costi di bilancio".

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