Lo Stivale a corto di sportelli

Sono quasi 3.500 i Comuni rimasti privi di uno sportello

Lo Stivale a corto di sportelli
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Tecnicamente parlando trattasi di importante carenza di servizi verso la collettività. Mi riferisco alla notizia della chiusura di 268 sportelli bancari nei primi nove mesi dell'anno. Distratti dal tema certo significativo degli extraprofitti, si sta sottovalutando il problema della vistosa contrazione di filiali legato anche al risiko bancario. Il calo degli sportelli non è cosa recente. Il sistema creditizio già da tempo ha preso questa china anche in ragione dell'affermazione del digitale. Tutto comprensibile, per carità.

Il punto è che la fotografia attuale del Paese mostra quel che ci si dice da tempo e cioè che l'Italia è nel pieno di un inverno demografico con temperature assiderali: è una nazione piuttosto vecchia e dunque meno predisposta ad acquisire con immediatezza la società digitale. Ecco allora che meno sportelli fisici significa mettere in difficoltà una fascia non banale della popolazione. Tenuto conto poi che la carenza di questo servizio incide in misura significativa nelle cosiddette aree interne del Paese: sono quasi 3.500 i Comuni rimasti privi di uno sportello. Lì il processo di desertificazione creditizia raggiunge proporzioni davvero preoccupanti. E solo in parte compensate dalla presenza degli uffici postali.

Che si ridisegni la mappa del sistema bancario nostrano è un dato di fatto che risponde a logiche mercantili. Ma ciò non deve succedere penalizzando una parte dei contribuenti. Insomma, non bisogna chiudere gli occhi davanti alla realtà di un problema che riveste un forte impatto sociale.

Ecco perché l'offerta dei servizi bancari deve procedere sia con l'online sia con le filiali, che devono essere ben dislocate sull'intero territorio. Una cosa è certa: la progressiva e veloce estinzione degli sportelli non è cosa buona e giusta. Come sempre, è l'anello più basso della catena, cioè la comunità, a pagarne il costo più alto.

www.pompeolocatelli.it

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