«Per le Banche Venete l'accordo importante è stato raggiunto in poco tempo». Non siamo su Scherzi a parte, purtroppo. Si tratta dell'ultima perla del governatore di Bankitalia. Se c'è una sola certezza riferita alla drammatica vicenda dei due istituti finiti in default per i metodi spregiudicati dei suoi vertici, è l'ingiustificabile ritardo delle istituzioni, istituto di vigilanza in testa. Si è giunti sui luoghi dello scandalo a buoi scappati.
Ora, Intesa Sanpaolo si prende la parte in bonis di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Quella cattiva allo Stato, quindi a tutti noi. Una cosa è solare: a pagare saranno i cittadini/contribuenti. E non finisce qui; perché il vero ammontare della voragine da coprire la si saprà alla fine. O mai! Ho la convinzione che non si voglia comprendere che la crisi del credito in Italia è sistemica, non di questa o quella banca. La politica fa orecchie da mercante. Dunque, mi attendo altre emergenze nel settore. Speriamo bene con l'aumento di capitale di Carige e la ricapitalizzazione precauzionale di Mps. In generale, manca la volontà di un cambio di passo. Di chiudere con la pratica dei metodi opachi.
Una conferma giunge da una notiziola degli ultimi giorni tenuta sotto traccia. Eccola: chi ha comprato bond senior delle due banche venete quando il prezzo era sceso per le incertezze delle soluzioni in area 70, realizzerà 100. Forse qualcuno, ben informato, conseguirà un ottimo guadagno. Diceva Andreotti: a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina. Per passare dal vecchio al nuovo serve predisporre un percorso transitorio, ma già inserito in una riforma di tutto il sistema creditizio italiano.
Il primo intervento? Più poteri (anzi, doveri!) alla Banca d'Italia. Oggi, come funzione di vigilanza, è inutile. Occorre un segnale forte, di garanzia. Il contribuente/risparmiatore ne ha diritto. Non se ne può più!www.pompeolocatelli.it
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