Non mi appassiona l'accapigliarsi della politica su Ignazio Visco. Il problema vero è un altro e certo più grave: in questi anni la vigilanza di Bankitalia non ha funzionato a dovere e questo ha permesso a sigle del settore bancario di offrire spettacoli indecorosi e pericolosi per il cittadino/risparmiatore: Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Monte dei Paschi di Siena, Carige, Etruria e mi fermo qui per carità di patria.
Non voglio fare la Cassandra ma non credo la crisi in cui versa il sistema creditizio italiano sia superata. I controlli dell'Europa finora si sono limitati alle sole realtà big, in assenza di cambi di passo, si annunciano nuovi rovesci. Ciò non significa che tutte le banche hanno comportamenti allegri tuttavia, quando scricchiola l'autorità di controllo, è lecito ipotizzare una ricaduta negativa per tutto il sistema. Tecnicamente parlando: quando il gatto non c'è i topi ballano! Ma perché non funziona Bankitalia? Cosa succede dopo i suoi controlli? Perché si rallenta tutto? Ne deduco che l'authority non abbia i poteri necessari per svolgere nel modo migliore la sua funzione. L'oggettiva mancanza di indipendenza non fa che produrre un esito monco, «vorrei ma non posso».
Ecco allora che la riforma di Banca d'Italia diventa quanto mai urgente. Di questo dovrebbero occuparsi i decisori pubblici. È da irresponsabili non prendere atto della drammatica situazione. Pensate che di qui alle elezioni del 2018 la Commissione d'inchiesta parlamentare farà qualcosa? Mi attendo sei mesi di annunci e promesse. Ci si limiterà a un maquillage sulla governance a Palazzo Koch.
A cui faranno seguito imbarazzanti squilli di tromba. Insisto: riformare Bankitalia per riformare il sistema delle banche! La buona politica, su questo argomento decisivo per la nostra economia, deve giocare la sua partita.www.pompeolocatelli.it
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