Loro, manifestando ieri ad Atene con tanto di cartelli contro «Tsipras il traditore», ci hanno messo la faccia. Sono le migliaia di pensionati che protestano contro i tagli ai loro assegni. Un crescendo di tensioni sociali che salta all'occhio. Tutto sotterraneo è invece lo scontro che si sta consumando tra la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale sul salvataggio del Paese mediterraneo. In ballo c'è ancora l'erogazione della terza tranche di aiuti, da 56,3 miliardi. In un documento non ufficiale preparato in vista dell'Eurogruppo di domani e di cui l'Agi è entrata in possesso, Bruxelles contesta le stime dell'Fmi sull'andamento dei conti pubblici in Grecia, prefigurando una possibile uscita dell'istituzione di Washington dal programma di salvataggio di Atene.
È un attacco in piena regola: l'accusa sostanziale rivolta all'organizzazione guidata da Christine Lagarde è infatti quella di barare sui conti di Atene, presentando «una traiettoria esplosiva del debito» ellenico, per costringere i creditori europei ad accettare «un ulteriore alleggerimento del debito». La Commissione sostiene invece che la Grecia ha superato in modo «significativo» gli obiettivi di bilancio nel 2015 e 2016, ma che il Fondo non ha «rivisto le sue proiezioni per il 2018». Secondo l'esecutivo comunitario, è «fuorviante» sostenere come fa il Fmi che gli adempimenti sulle tasse sono crollati dal 72 al 45% «a causa dell'aumento insostenibile nel carico fiscale».
Sul fronte delle riforme, la Commissione dice che ci sono buoni progressi, «in netto contrasto con l'affermazione del Fmi di grandi ritardi nell'attuazione» dell'agenda concordata con i creditori, compreso nel settore delle privatizzazioni. Insomma: sul dossier Grecia ci sarà ancora battaglia.RE
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