Politica economica

"Per superare anche il 2023 servono 4 rigassificatori"

Descalzi: "Il gas non manca ma ci vogliono infrastrutture E bisogna aumentare gli stoccaggi di 6-7 miliardi"

"Per superare anche il 2023 servono 4 rigassificatori"

Il gas russo sarà completamente rimpiazzato nel 2025. Ma il 2023 sarà l'anno più difficile, abbiamo bisogno di altri quattro rigassificatori o il gas che serve resterà fermo in porto. L'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi nel corso di Lombardia 2030 fa il punto sullo stato degli approvvigionamenti dell'Italia. Abbiamo iniziato immediatamente da febbraio a cercare una diversificazione basandoci su quello che avevamo in portafoglio in Africa, Medio Oriente, Far East e Usa. Il problema è stato risolto ha aggiunto perché riusciamo a coprire il 50% del gas russo con 21-23 miliardi di metri cubi e nel 2025 il 100% sarà rimpiazzato.

Ma, avverte, il 2023 sarà un anno complesso perché avremo il 6-7% di gas russo e dovremo poter contare sul Gnl che ci arriverà via nave. Occorrono le infrastrutture per creare un'offerta sovrabbondante rispetto alla domanda. Insomma, il gas non mancherà, ma senza le infrastrutture non potrà essere integrato nel sistema italiano e resterà nelle navi gasiere.

Per questo il numero uno del Cane a sei zampe ha sottolineato la necessità di avere altri quattro rigassificatori. Ci sta arrivando gas dall'Egitto e dalla Nigeria, e ora ci arriva dal Mozambico, per cui dobbiamo avere possibilità di ricevere le navi: Se uno pensa solo al gas non ha risolto niente, ci vogliono le infrastrutture per avere sicurezza energetica strutturale. Oltre a quelli di Panigaglia, Rovigo e Livorno, quindi, altri quattro terminali a partire dai due rigassificatori di Ravenna e Piombino.

Progetti in itinere, in particolare quello di Piombino, che sta incontrando però molte difficoltà burocratiche.

A sostegno di questa ipotesi Descalzi ha spiegato che negli altri Paesi la situazione è molto diversa: La Spagna consuma 30 miliardi di metri cubi di gas all'anno e dispone di 60 miliardi di metri cubi di rigassificazione, mentre Paesi come Austria e Slovacchia consumano circa 5 miliardi di metri cubi di gas e hanno la capacità di stoccaggio, non di rigassificazione, uguale», per cui abbiamo bisogno di incrementare la capacità di rigassificazione da una parte ma anche di aumentare di almeno 6-7 miliardi gli stoccaggi.

In serata, dopo l'intervento di Descalzi, Giorgia Meloni, nel suo video collegamento con l'Assemblea generale 2022 di Assindustria Venetocentro e Confindustria Venezia Rovigo, ha rivendicato come "un segnale importante lo sblocco dei nostri giacimenti di gas naturale", ribadendo che "l'Italia deve tornare a produrre energia, e quello che serve, deve essere fatto". Una strada in più che in ogni caso avrà tempi lunghi di realizzazione per le esigenze contingenti del Paese. L'obiettivo è il bacino dell'Adriatico", da cui sarebbe possibile ricavare almeno altri 70 miliardi di metri cubi di gas. In totale, oggi in Italia ci sono 1.298 pozzi estrattivi, ma solo 514 sono effettivamente eroganti, mentre da altri 752 non viene estratto gas. Le piattaforme marine sono 138, ma 94 si trovano in aree protette oppure a meno di 12 miglia dalla costa.

In generale, anche guardando alle stime ufficiali relative alla disponibilità di gas sul territorio nazionale, il loro peso non permetterebbe all'Italia di raggiungere l'indipendenza energetica.

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