Proteste, manifestazioni di piazza, richieste di attenzione, emendamenti al Milleproroghe. La battaglia di commercianti, produttori di sigarette elettroniche e associazioni di categoria per sventare la mega-tassa al 58% produce un risultato importante. Il Tar ha infatti accolto le istanze cautelari e riacceso speranze in merito alla possibile ridiscussione della tassazione che avrebbe dovuto essere applicata, dal primo gennaio scorso, su sigarette elettroniche e prodotti relativi. A questo punto nella camera di consiglio del 19 febbraio, verrà decisa la sospensiva del decreto e il Tar valuterà anche se vi siano i presupposti per sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale la questione di legittimità dell'intervento. «La maxi-imposta voluta dal Governo è stata bocciata», annuncia la Confesercenti-Fiesel.
Il settore delle e-cig si batte da tempo contro una tassazione che di fatto equipara le sigarette elettroniche a quelle sigarette tradizionali. «Ma le e-cig non sono tabacco, fanno meno male e faranno risparmiare allo Stato in termini di spesa sanitaria in prospettiva» spiegano. Senza dimenticare che in Italia in poco più di un anno è nato un mondo di 3.000 imprese e 5.000 persone che hanno investito nella sigaretta elettronica.
Dopo lo svapoday di Milano e la difficile battaglia in Senato attorno all'emendamento presentato dal leghista Stefano Candiani ora la partita si riapre e mercoledì il governo convocherà le parti per un tavolo di confronto. Gli uffici del Monopolio di Stato non avevano gradito l'ordinanza di sospensione e ne avevano dato un'interpretazione piuttosto restrittiva, sostenendo che riguardasse solo il regime delle autorizzazioni e non la sospensione del pagamento della tassa. Il 5 febbraio il Tar del Lazio si è riunito in consiglio e ha esaminato tutti i ricorsi presentati dai rappresentanti del settore decidendo, questa volta senza possibilità di fraintendimenti sull'interpretazione dell'ordinanza. In sostanza il «verdetto» è che sia il regime fiscale sia quello autorizzatorio sono sospesi fino alla prossima riunione del 19 febbraio. Inoltre non è escluso che i giudici possano decidere di rivolgersi alla Corte di giustizia europea che dovrebbe valutare se la normativa non sia in contrasto con i principi comunitari di libera circolazione delle merci.
Sulla delicata querelle dell'identificazione medica e giuridica delle sigarette elettroniche si è a lungo battuto il parlamentare di Forza Italia, Ignazio Abrignani. «La mia posizione è sulla stessa linea del professor Veronesi. Anche se non sono ancora del tutto note le eventuali conseguenze, la diffusione delle sigarette elettroniche tra i fumatori di sigarette tradizionali dovrebbe essere vista con favore se si pensa alla salute dei cittadini. Spero che il tavolo finalmente aperto dal governo - da tempo da me richiesto - vada nella direzione di una regolamentazione chiara e certa del settore, cui il mio progetto di legge penso possa anche dare un contributo importante, superando la demonizzazione delle sigarette elettroniche a cui abbiamo assistito in questo ultimo anno. Quello delle sigarette elettroniche, in Italia, è un settore che in circa un anno, e in un periodo davvero buio per la nostra economia, aveva creato più di 5.000 posti di lavoro, occupazione in tutto il territorio nazionale, respiro a moltissime famiglie in difficoltà.
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