Telecom, Cattaneo in trincea Il titolo in balìa di manovre

Voci continue e non controllate sulle trattative tra Vivendi e l'ad causano forti perdite in Borsa. Consob alla finestra

Settimana non semplice per Telecom Italia che ieri ha chiuso nuovamente in ribasso in Borsa, -2,7%, a 0,81 centesimi, tornando ai prezzi di inizio settimana. Il nodo, secondo gli analisti, sta nell'outlook, ossia nelle previsioni. E con l'ad Flavio Cattaneo che sembra in procinto di fare le valigie, incassando un bonus tra i 40-50 milioni, per lasciar spazio a una triade di manager capitanati dall'attuale presidente Arnauld de Puyfontaine, pare ovvio che il mercato storca il naso. Anche perché sarebbe il secondo cambio di guida nel giro di un anno.

Ma a imperversare è soprattutto il continuo rincorrersi di indiscrezioni, come quella battuta ieri dall'agenzia Bloomberg, guarda caso poco prima dell'ennesimo brusco ribasso del titolo nel pomeriggio, che ha scritto di trattative in corso tra Cattaneo e Vivendi per stabilire l'ammontare delle buona uscita. L'ad di Telecom però, martedì scorso, sollecitato da Consob, aveva smentito i colloqui. L'autorità di Borsa si è evidentemente accontentata delle spiegazioni di Cattaneo. Ma queste non hanno però fermato la speculazione sul titolo che resta così molto volatile e soprattutto in balìa di voci di mercato che sembrano messe in giro ad arte per produrre guadagni (e perdite).

Sul piatto ci sono anche altre problematiche legate all'incertezza delle strategie che implicano investimenti miliardari, 5 miliardi, per la banda larga fissa e mobile in tre anni fino al 2019. Pare infatti che Telecom stia operando un dietrofront riguardo all'operazione Cassiopea con cui si riprometteva di portare la rete a banda ultralarga nelle aree bianche destinate (con gara Infratel) al concorrente Open Fiber.

Alcuni fornitori avrebbero ricevuto da Telecom la richiesta di congelare le commesse in attesa di sviluppi. E dunque da un lato c'è la concreta possibilità di allontanamento dell'ad Cattaneo, dall'altra però anche un ripensamento delle strategie dello stesso ad. Cattaneo infatti aveva pensato di far entrare in Cassiopea alcuni partner finanziari per sostenere gli investimenti per le aree bianche. Secondo indiscrezioni ci sarebbe tre fondi interessati, ma per ora gli sviluppi concreti sono lontani. E dunque potrebbe essere che alla fine Cattaneo (o chi ne prenderà il posto) potrebbe convincersi a realizzare la rete nelle aree bianche insieme a Open Fiber, la società della rete creata da Enel e Cdp per volontà del governo, se non anche in società. Forse il gruppo francese, che potrebbe puntare ad acquisire Mediaset di cui ha circa il 29%, vorrebbe forse a mettere il cappello su questa operazione nell'ottica di ricevere il via libera del governo per acquistare la tv generalista.

Ora forse saranno rivisti i target sullo sviluppo della banda ultralarga da parte di Telecom che prevedeva di raggiungere l'85% di copertura entro il 2017, circa il 95% a fine del 2018 e circa il 99% a fine nel 2019. Mentre resta ovviamente l'obiettivo di copertura per la rete mobile l'obiettivo di copertura con il 4G che è, per la fine del 2019, di oltre il 99% della popolazione.

Quanto alla copertura attuale gli ultimi dati rilasciati dall'ex-monopolista risalgono a maggio 2017 con la rete fissa a banda ultralarga disponibile per il 65% delle abitazioni, mentre i comuni raggiunti dal 4G sono oltre 7mila, pari a circa il 97% della popolazione.

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