Partenza in rialzo, +1,4%, per Telecom Italia in una giornata difficile per Piazza Affari dopo la diffusione, venerdì scorso, dei conti 2016. Ieri la conference call dei vertici dell'azienda a New York ha chiarito i numeri e la portata del piano industriale, il primo firmato dall'ad Flavio Cattaneo che mira a trasformare la società in una azienda leggera capace di rispondere velocemente alle sfide del mercato. Si parte dagli investimenti concentrati sulla rete: 11 miliardi in Italia al 2019, di cui 5 sulla fibra ottica. In questo modo Tim conta di aumentare la copertura del Paese con reti di nuova generazione, raggiungendo oltre il 99% della popolazione con la rete mobile Lte (4G) e il 95% con la banda ultralarga. Quanto alla fibra a fine piano saranno 50 le maggiori città connesse per un totale di 4 milioni di famiglie. «Siamo pronti a rispondere ai nuovi entranti Iliad e Enel Open Fiber senza piangerci addosso - ha detto Cattaneo - vogliamo avere maggior flessibilità per rispondere al mercato dal lato delle infrastrutture, con l'accelerazione della copertura di rete anche nelle aree C e D (quelle oggetto delle gare Infratel ndr) e verso Iliad dove siamo pronti a contrattaccare con un brand low cost». Non per niente il piano è denominato «A Transforming Company» con ambizioni molto forti e l'obiettivo non facile di unire la crescita del fatturato e dell'ebitda alla disciplina finanziaria e all'efficienza puntando a massimizzare il ritorno degli investimenti.
Telecom comunque archivia il 2016 recuperando, in 3 trimestri, su fatturato (19 miliardi, -3,5% sull'anno precedente) ed ebitda consolidato (8 miliardi, +14,4%), migliorati rispettivamente di oltre 6 e 13 punti percentuali sul primo trimestre dell'anno.
«In soli tre trimestri abbiamo raggiunto risultati che il precedente piano indicava in tre anni»- ha sottolineato il presidente Giuseppe Recchi.
Positiva la reazione degli analisti. Deutsche Bank ha parlato di previsioni «migliori delle attese e di una strategia con i giusti numeri». Redburn ha sottolineato che il management sta portando «crescita e non solo taglio dei costi». Che pure non sono da poco: 1,9 miliardi entro il 2019, di cui 600 già effettuati. Tornando al business plan particolare attenzione sarà posta sulla convergenza e i contenuti, grazie all'avvio di co-produzioni nazionali e internazionali attraverso TimVision. «Anche lo sport serve per questo obiettivo abbiamo trattative in corso per i diritti- ha detto Cattaneo - i contenuti sono importanti se non si pagano prezzi troppo alti». Insomma Tim potrebbe concorrere alla prossima asta per i diritti sul calcio del campionato e, perché no, anche della Champions ovviamente per quanto riguarda Internet.
Quanto ai dividendi niente da fare per le azioni ordinarie ancora per tre anni dato che il debito, pur sceso a 25 miliardi, è comunque ancora alto. Il direttore finanziario Piergiorgio Peluso ha spiegato che con risparmi ed efficentamenti il rapporto tra i margini e il debito arriverà a 2,7, livello giudicato sostenibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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