Dovranno affrontare un processo l'ex numero uno di Tim Brasil, Luca Luciani, l'ex ad di Telecom, Riccardo Ruggiero, e l'ex direttore operativo di Tim, Massimo Castelli, per la vicenda delle schede sim che sarebbero state mantenute in vita con piccole ricariche per aumentare la quota di mercato. Lo ha deciso il gup di Milano, Fabrizio D'Arcangelo, che ha ratificato anche il patteggiamento a una pena pecuniaria di 600mila euro per Telecom. Per Luciani, imputato in qualità di ex responsabile del marketing e che si è dimesso dai vertici di Tim Brasil «travolto» dall'inchiesta giudiziaria, e per Ruggiero e Castelli, il processo, come ha stabilito il giudice nell'ordinanza di rinvio a giudizio, inizierà il prossimo 8 ottobre davanti alla Terza sezione penale di Milano. Le difese degli imputati avevano sollevato l'eccezione di incompetenza territoriale chiedendo che gli atti venissero trasmessi a Roma (al centro del procedimento c'è, infatti, il reato di ostacolo all'autorità di vigilanza Agcom che ha sede a Roma), ma il gup ha deciso per Milano. Il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che ha coordinato le indagini condotte dal nucleo di Polizia tributaria della Gdf milanese, aveva sostenuto, infatti, che l'organizzazione del presunto raggiro ai danni dell'Agcom sia avvenuta a Milano.
Secondo le indagini, tra il 2005 e il 2008, sarebbero state ricaricate con un solo centesimo le cosiddette «sim dormienti» che dovevano essere disattivate, per un totale di oltre 5 milioni di schede. Con questo metodo la società avrebbe fatto figurare più clienti di quelli reali, aumentando la quota di mercato. Il giudice ha anche ratificato l'accordo di patteggiamento di Telecom, che doveva rispondere in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
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