Telecom, Telco sicura di vincere in assemblea

Una mossa tattica. Si spiega solo in questo modo la decisione del cda di Telco, la holding di controllo di Telecom con il 22,4%, di presentare una lista di minoranza per l'assemblea del 20 dicembre. L'assise è stata convocata su richiesta della Findim di Marco Fossati per la revoca del consiglio di amministrazione in carica. I soci di Telco (Telefónica, Generali, Mediobanca e Intesa) sono, tutto sommato, fiduciosi di prevalere nei confronti degli altri azionisti e, quindi, di mantenere in carica l'attuale board presieduto (ad interim) da Clemente Rebecchini e che vede Marco Patuano nel ruolo di ad.
Se, invece, la contesa dovesse risolversi a favore di Fossati e dei fondi che decidessero di appoggiarlo, Telco sarebbe automaticamente in minoranza e, per questo motivo, è stata stilata una lista di minoranza con soli tre nominativi. I candidati, oltre a Patuano, sono il rappresentante di Telefónica, Julio Linares, e la giurista Stefania Bariatti, docente alla Statale di Milano, partner dello Studio Chiomenti e presidente di Sias. Ovviamente dipenderà dall'assemblea, in caso di revoca, fissare il numero dei componenti del nuovo cda: lo statuto di Telecom prevede che il board comprenda da un minimo di 7 a un massimo di 19 membri con un quinto dei posti riservato alle minoranze.
Anche i fondi rappresentati da Assogestioni (tra i quali Mediolanum, Fideuram, Eurizon, Pioneer e Anima), che detengono l'1,585% del capitale di Telecom, hanno presentato una lista di minoranza con sette componenti. Al primo posto è confermato Luigi Zingales. Seguono Lucia Calvosa, David Benello, Francesca Cornelli, Giuseppe Donagemma, Maria Elena Cappello e Francesco Serafini. Anche nell'ipotesi di un «ribaltone» nessuno di loro potrebbe assumere incarichi operativi sulla base dei principi emanati dal Comitato dei gestori di Assogestioni. Insomma, stante l'indipendenza dei fondi, nessuno intende fare la prima mossa. E toccherà quindi a Marco Fossaticercare di coagulare consensi attorno alla proposta.
Intanto Asati, l'associazione dei piccoli azionisti di Telecom, ha chiesto ulteriori chiarimenti sulla querelle del convertendo da 3 miliardi per la sottoscrizione del quale il patron di Findim contesta di non essere stato interpellato dalle banche organizzatrici. Asati, in particolare, ha chiesto se sia vero che l'ex presidente di Assogestioni e numero uno di Morgan Stanley in Italia, Domenico Siniscalco, abbia provato a contattare Fossati senza successo. E, soprattutto, si chiede quali siano i manager delle altre banche bookrunner che erano in grado di raggiungere telefonicamente Findim. I piccoli soci, inoltre hanno chiesto quale sia l'ammontare delle commissioni «pagate o da pagarsi a Unicredit, Mediobanca e Intesa per questa operazione».


Prosegue la ricerca del nuovo numero uno di Telecom. Tra i nomi proposti dall'headhunter, oltre all'ad di Poste, Massimo Sarmi, vi sarebbero anche quelli di Massimo Tononi, presidente di Prysmian e di Borsa, e di Nani Beccalli Falco di Ge.

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