Telecom, Tronchetti fa bene a rinunciare alla prescrizione

Mtp si espone a un rischio ma così cerca giustizia sul caso Tavaroli dopo la condanna in primo grado

Telecom, Tronchetti fa bene a rinunciare alla prescrizione

Ieri Marco Tronchetti Provera ha commesso un errore grande come una casa. Ha rinunciato alla prescrizione sull'unico processo, periodo Telecom, che è rimasto in piedi. A memoria di questa zuppa, solo il Generale Mori ha voluto sfidare la sorte e soprattutto la giustizia, rinunziando alla prescrizione. Nel suo caso in un processo per favoreggiamento nei confronti di Casa Nostra.

Entrambi non ci stanno. Entrambi ritengono, a buon motivo, di essere stati macinati dalla macchina infernale della giustizia. Nel caso di Mori per mano di un gruppetto di pm capitanati da Ingroia, oggi in liquidazione; nel caso di Tronchetti per molti interessi economici che giravano intorno alla sua Telecom e alla rete che ne fa da scheletro. Ancora oggi mira di numerose speculazioni.

Ma dicevamo: ieri gli avvocati di Tronchetti si sono presentati a Palazzo di Giustizia e hanno detto chiaro e tondo che della prescrizione se ne impippano e che vogliono celebrare il processo di appello. In primo grado il «Tronch» era stato condannato ad un anno e otto mesi per il reato di ricettazione. La storia è complicata e risale al 2004. Per farla semplice, alcuni uomini vicini a Mtp, in particolare Tavaroli, gli comunicano che sarebbero arrivati presto dei documenti contenenti minacce, dossier contro di lui e la sua famiglia. Il manager dice: se, e appena arrivano, inviatele all'autorità giudiziaria. Passa qualche mese e dal Brasile arriva un dischetto (di cui peraltro nessuno ha visto il contenuto), che dopo una consultazione tra gli uomini della sicurezza e i legali del gruppo, viene spedito alla Procura brasiliana. La cosa sarebbe finita lì. Ma in realtà il dischetto avrebbe contenuti estorti illecitamente. E il giudice di primo grado a Milano ha sentenziato che di ciò Tronchetti era al corrente e dunque si è beccato quasi due anni di condanna per ricettazione. I suoi avvocati, oltre a rinunciare alla prescrizione, in aula hanno detto: siccome Tronchetti non era a conoscenza di ciò che c'era nel dischetto, si tratta di una ricettazione del nulla. E ancora peggio: cosa avrebbe dovuto fare Tronchetti se non chiedere di inviare tutto all'autorità giudiziaria?

È chiaro che di questa roba se ne occuperanno ancora i tribunali. E non sta a noi fare processi e dibattimenti. Ma permetteteci di dire che il soggetto (come si qualificherebbe in Questura) a causa del suo quinquennio in Telecom si è beccato 18 avvisi di garanzia, tutti archiviati, tranne che per questa condanna, a cui Mtp si appella rinunciando alla prescrizione. Vogliamo essere più espliciti. Abbiamo l'impressione, proprio noi che durante la gestione Telecom gli muovemmo molte critiche, che nel suo caso ci sia stato un certo accanimento giudiziario. Abbiamo come l'impressione che la tenaglia procure-giornali (con la differenza rispetto a Mori, solo della Procura oggetto della nostra malizia) si sia stretta per fargli mollare la presa. Come direbbe, in senso del tutto opposto Sciascia, si è creato un contesto. La Telecom di Tronchetti intercettava (vi ricordate le paginate di foto con uomini che ascoltavano alla cornetta), stava per portare i libri in tribunale, godeva di una infrastruttura che non le apparteneva davvero (vi ricordate il piano Rovati per tirarla fuori), faceva i giochetti con gli immobili (in effetti quel che Puri si è inventato in Pirelli Re qualcuno ce lo deve ancora spiegare), voleva vendere all'estero (dopo nove anni l'attuale Telecom stringe l'accordo con Murdoch che Mtp aveva studiato a luglio del 2006, poco prima di cedere tutto) e persino fare affari con il Cav. Insomma, a parte la tratta di minori, dalle parti di Telecom targata Tronchetti, tutto si faceva. Il risultato? È che il «Tronch» ha mollato l'azienda. Ma non i processi.

In fondo non è un errore rinunciare alla prescrizione. È pericoloso, ma razionale.

Se Mtp si fosse impigrito, ci sarebbe stato qualche cretinetto che avrebbe ridotto i cinque anni tronchettiani della Telecom solo ricordando la sentenza di primo grado. Anche se prescritta e anche se per un'accusa incredibile di ricettazione per un dischetto che nessuno ha visto e che lo stesso Tronchetti fece inviare alle Autorità giudiziarie.

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