Il tempo delle strategie

La prova a cui il Governo è chiamato a dare una risposta convincente è seria perché riguarda il nostro sistema produttivo e la vita delle famiglie

Il tempo delle strategie

Nei giorni scorsi, con un intervento sulla prima pagina di questo quotidiano, il responsabile della sezione economia e finanza, Marcello Zacché, soffermandosi sugli effetti che sta producendo la drammatica crisi energetica in atto con il grande aumento dei costi dell'energia ha, come si dice in gergo, messo il dito nella piaga. Riferendo del pericolo, tutto italiano, di agire con forme di contrasto di corto respiro e pertanto inadeguate ad avviare, sulla spinosa materia, interventi di ampio respiro. La prova a cui il Governo è chiamato a dare una risposta convincente è seria perché riguarda il nostro sistema produttivo e la vita delle famiglie. Proprio per questo l'applicazione, ancora una volta, del vecchio metodo del tamponare la falla e poi si vedrà è quanto mai inadeguata.

Il premier Mario Draghi, che è un tecnico di vaglia e conosce il valore della strategia, dovrebbe dare un segnale forte impegnandosi e impegnando, in primis, i dicasteri maggiormente coinvolti a comprendere i motivi della malattia e di conseguenza avviare un percorso di cura. Non più adeguandosi all'abitudine di mettere una frettolosa toppa al buco. Abbiamo visto che così non ha mai funzionato. D'altronde, ne abbiamo fatto esperienza con le telenovele Alitalia ed ex Ilva di Taranto. Per non dire degli interventi tampone in soccorso di istituti bancari boccheggianti come, per fare solo un esempio emblematico, quello di Monte dei Paschi di Siena. Il ragionare con una visione strategica è la virtù per eccellenza. Un valore fondamentale per qualsiasi attività. Figuriamoci per l'azienda Italia. La questione energetica è un tema complesso, non solo italiano. Chiama in causa l'Europa e i grandi disegni della geopolitica.

Ma un Paese che intende ricoprire un ruolo da protagonista nell'Ue deve, per forza di cose, avere una strategia di lungo periodo. E allora attendiamo da Draghi una mossa di intensa discontinuità con il passato. Appunto, strategica.

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