Politica economica

Il Tesoro mette un piede in Tim. Acquisirà fino al 20% della rete

Memorandum con il fondo Kkr, impegno da 2 miliardi. Il governo avrà voce in capitolo sulle scelte strategiche

Il Tesoro mette un piede in Tim. Acquisirà fino al 20% della rete

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Lo Stato entra nella rete Tim fino al 20% seminazionalizzando l'asset. E mette un punto all'infinita saga per la separazione della rete che da oltre un anno tiene il titolo in ostaggio. Che ci fosse stata un'accelerazione sul dossier lo si era capito dall'andamento del titolo in Borsa che, sulla scorta di alcune indiscrezioni, era in rally da 48 ore: in due giorni l'azione ha guadagnato oltre l'8% e ieri ha chiuso la seduta a 0,28 euro, un valore che non si vedeva da maggio.

Poche ore dopo la chiusura di Piazza Affari, l'annuncio. «È stato firmato un memorandum of understanding tra il fondo Usa Kkr e il ministero dell'Economia» guidato da Giancarlo Giorgetti. E l'intesa prevede un'offerta vincolante che stabilisce l'ingresso del Mef con una quota fino al 20% in Netco (la rete di Tim), un impegno da 2 miliardi.

Ma come mai l'operazione in corso da mesi ha trovato proprio ora una soluzione? Secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale, l'ipotesi di una cordata (con l'ingresso dello Stato) che potesse concretizzare la separazione della rete Telecom avrebbe subito una forte accelerazione per l'emergenza debito del gruppo. Con l'approvazione della semestrale a fine luglio, «è emerso un dato allarmante» commenta una fonte spiegando che «l'indebitamento finanziario netto è cresciuto a 26,2 miliardi, in aumento di 799 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022. Un dato che, alla luce dei maggiori aumenti degli oneri finanziari, ha messo pressione alla trattativa della vendita della Netco a Kkr».

L'offerta conclusiva vincolante era, infatti, prevista entro e non oltre il prossimo 30 settembre. Ma lo stato delle finanze del gruppo guidato da Pietro Labriola ha imposto una più rapida risoluzione.

L'ipotesi di un accordo corale era caldeggiata da tempo e permetterà al governo Meloni di assumersi un impegno finanziario relativo pur tenendo un piede in casa Telecom, soprattutto nell'ipotesi in cui (come sembra) siano previsti specifici diritti di governance: «le parti prevedono un ruolo decisivo del governo nella definizione delle scelte strategiche», recita il comunicato. L'impegno dello Stato sarà definito con un dpcm ad hoc.

Il prossimo step sarà il 28 agosto, data entro la quale le banche dovranno dare l'ok al finanziamento dell'operazione. L'offerta vincolante dovrà poi essere presentata entro il 30 settembre. Kkr avrà la maggioranza azionaria della società, Netco, alla quale sarà conferita la rete dell'operatore. Il resto sarà in mano al Tesoro (fino al 20%) e una quota da definire sarà riservata anche a Cdp e F2i per dar vita a una sorta di minoranza di blocco.

Nell'ambito dell'offerta da 21-23 miliardi di enterprise value, si ragiona intorno a un valore dell'equity dell'ordine di 10 miliardi, perché il debito sarà trasferito da Tim col conferimento dell'asset.

L'ad Pietro Labriola ha ribadito nell'ultima conference call che l'azienda non sta lavorando a un'operazione di «vendita e lease-back», dal momento che l'obiettivo è recuperare flessibilità per le attività della ServiceCo che resteranno in Tim.

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