Tim Brasil ha chiuso in forte ribasso alla Borsa di San Paolo, con una flessione del 6% a 7,4 reais. Il titolo dell'operatore mobile controllato da Telecom è stato penalizzato dai rumor sull'avvio di un'indagine della Sec americana e della Cvm (la Consob brasiliana) su eventuali irregolarità di bilancio.
L'indiscrezione, rilanciata da un blog carioca, è stata parzialmente smentita dal gruppo guidato dal presidente Franco Bernabé. «La notizia - sostiene Telecom - è falsa e riportata in termini assolutamente errati: la società non è a conoscenza di alcuna indagine da parte della Sec e non ha avuto richiesta di pronunciarsi sull'argomento di fronte all'Autorità di Borsa americana». Al contrario, la compagnia ha spiegato di «aver già fornito ampie informazioni all'Autorità brasiliana che fino a ora non ha ancora espresso una posizione ufficiali e di continuare a fornire informazioni finanziarie adeguate al mercato».
Tutto il bailamme è stato originato da un esposto di un azionista di minoranza di Tim Brasil, la Jvco Participações di Nelson Tanure (al 2% circa della società). Secondo il socio scontento, Tim Brasil nel 2011 (quando era ancora guidata da Luca Luciani; oggi il numero uno è Andrea Mangoni) avrebbe abbassato il livello degli accantonamenti per i contenziosi tributari. A fronte di un rischio potenziale - a detta di Tanure - di 6,6 miliardi di reais (2,5 miliardi di euro), sarebbero stati messi a riserva solo 126mila reais, cioè il 2% del rischio potenziale.
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