Intorno a Tim si respira un'aria di cambiamento epocale. Infatti, il via libera della Commissione europea alla cessione della rete a Kkr - che dovrebbe arrivare tra oggi e domani - spianerà la strada a un closing che, ha auspicato ieri la nuova presidente di Tim, Alberta Figari, «verrà portato a compimento entro giugno». Insomma, ci siamo. Tanto che si dibatte già su dopo nella relazione annuale dell'Organo di Vigilanza sulla parità di accesso della rete Tim, ente nato nel 2009 e rivisto nel 2016 che ora rischia di veder ridimensionato il suo ruolo. Il presidente dell'organo, Antonio Martusciello, si attende «rilevanti modifiche nello stesso quadro regolamentare appena varato». In primis, su prezzi e vincoli stabiliti periodicamente da AgCom. «A mio giudizio», continua Martusciello, «tali modifiche si potrebbero configurare, in realtà, come un vero e proprio tsunami, in quanto un cambiamento strutturale» come il «superamento del modello dell'integrazione verticale di Tim» porta a dover ripensare «tutti i parametri e tutti gli obblighi».
Sul punto si è espressa anche la presidente di Tim: «Avendo rinunciato a essere un operatore verticale, verranno meno tutte quelle limitazioni che Tim aveva». L'invito, quindi, è che «il regolatore tenga conto di questo e alleggerisca la normativa». La presidente, inoltre, ha teso una mano al primo socio Vivendi (che continua la causa in tribunale) affermando che il cda cercherà di «costruire un nuovo dialogo».
Intanto in Borsa il titolo (ieri -0,5% a 0,25 euro) nell'ultimo mese ha recuperato terreno (+12,5%). Segno di come l'operazione di scorporo sia data per imminente. Eppure si nota come il titolo spesso salga in avvio per frenare in chiusura di seduta. Nelle sale operative è netta la sensazione che ciò sia opera degli hedge fund i quali, avendo scommesso al ribasso quando l'operazione era in bilico, ora comprimono il titolo per poi ricoprirsi limitando possibili perdite. Un quadro cui aggiungere anche l'opera di molti piccoli speculatori che giocano sul saliscendi del titolo per portare a casa qualche guadagno. Intanto oggi sono attesi i conti trimestrali di Tim. Per la prima volta il gruppo guidato dal ceo Pietro Labriola metterà in evidenza, oltre al vecchio perimetro, anche i principali indicatori relativi al nuovo perimetro (quindi senza NetCo). Il consensus degli analisti è per ricavi da servizi a 3.
652 milioni (+2,6%) a livello di gruppo integrato, con un margine lordo al netto dei canoni di leasing di 1,24 miliardi (+3,4%). Mentre per la ServCo gli analisti si attendono ricavi da servizi in crescita del 3,2% a 3,26 miliardi e margini al netto dei leasing in aumento del 14,5% a 830 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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