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Tim, slitta a metà ottobre l'offerta di Kkr-Mef

In arrivo al cda del gruppo tlc una lettera nella quale la cordata conferma la proposta vincolante

Tim, slitta a metà ottobre l'offerta di Kkr-Mef

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Sarà questione di pochi giorni, ma l'arrivo dell'offerta vincolante con la firma di Kkr, ministero dell'Economia e fondo F2i è destinata a slittare. Salvo sorprese, prima del prossimo cda di Tim in calendario il 27 settembre, il fondo infrastrutturale americano che tratta in esclusiva lo scorporo della rete invierà una lettera formale per ribadire, da una parte la propria volontà di presentare un'offerta vincolante e, dall'altra chiederà di posticipare la scadenza del 30 settembre di quel tanto che basta a completare gli ultimi passaggi tecnici. Da quanto filtra da parte del board di Tim c'è disponibilità a concedere una proroga, ma che non vada oltre il 15 di ottobre. Dalle parti del fondo americano, a capo della cordata, non arrivano commenti ufficiali. Tuttavia, secondo quanto raccolto, il rinvio sarebbe da considerare nell'ottica di permettere a tutte le parti di terminare gli ultimi passaggi burocratici. Il Mef, per esempio, che investirà fino a 2,2 miliardi, attende il via libera da Antitrust e Corte dei conti. E del resto la firma del memorandum col Mef, avvenuta alle soglie di Ferragosto e delle ferie estive, è stato concepito per dilatare il più possibile i tempi.

Intanto, il confronto con l'amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola (in foto), proseguono senza intoppi particolari. Se c'è sostanziale accordo sulla valorizzazione (intorno ai 23 miliardi comprensivi di earn out), si sta lavorando sulla valorizzazione dei vari asset: da Sparkle (che dovrebbe poi essere ceduta interamente al Tesoro) a Fibercop, di cui Kkr possiede già il 37,5 per cento. Ma le interlocuzioni più fitte riguardano il Transitory service agreement, ovvero il contratto che regolerà i rapporti tra la società della rete e quella dei servizi nella fase di transizione verso lo scorporo. Sul tavolo c'è anche il Master service agreement, che definirà i rapporti tra NetCo e ServCo quando saranno società distinte.

Da questo, infatti, dipenderà la sostenibilità di entrambe le aziende.

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