Economia

Torna l'ora solare: quale impatto potrà avere sulle bollette

Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 le lancette dell'orologio dovranno essere spostate indietro di un'ora

Torna l'ora solare: quale impatto potrà avere sulle bollette

A pochi giorni dal ritorno dell'ora solare, che entrerà in vigore nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, torna in auge il dibattito relativo alla perpetuazione dell'ora legale.

Una riforma alla quale aveva pensato il precedente governo, che stava vagliando l'ipotesi di prolungarla anche solo per un ulteriore mese (pertanto fino a fine novembre). Portare indietro le lancette di un'ora (alle due del mattino di domenica 30) significa, secondo i sostenitori del prolungamento dell'ora legale, rinunciare a 60 minuti di luce in più, cosa che nell'attuale momento di crisi energetica potrebbe tradursi in un incremento del peso delle bollette.

Le nazioni appartenenti all'Ue sono libere di decidere che soluzione adottare: oltre che in Italia, l'alternanza è rimasta anche in Spagna. L'allora ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, si era detto piuttosto scettico circa i benefici che una scelta del genere avrebbe potuto portare al nostro Paese. Il vantaggio di avere un'ora in più di luce naturale di pomeriggio, spiegava il titolare del dicastero, sarebbe stato vanificato dal conseguente buio pesto del mattino."Ma insieme allo smartworking", aveva dichiarato, "questa è una delle misure che se dovesse esserci un inasprimento del problema potremmo considerare".

Quale risparmio?

L'ora "artificiale", vale a dire quella legale introdotta nel 1966, cederà quindi nuovamente il posto a quella "naturale" (la cosiddetta solare) fino al prossimo 26 marzo.

Altroconsumo celebra i benefici che sarebbero derivati dall'adozione dell'ora legale nei 7 mesi in cui è rimasta in vigore, vale a dire dal 27 marzo al 30 ottobre, parlando di un risparmio di circa 190 milioni di euro. Risparmio legato innanzitutto, spiega l'associazione, a una riduzione dei consumi di energia elettrica (- 420 milioni di kilowattora): la quantità risparmiata sarebbe equiparabile, secondo Altroconsumo, al fabbisogno medio annuo di 150mila famiglie. Il calcolo ipotetico dei benefici economici connessi all'adozione dell'ora legale negli anni compresi tra 2004 e 2021 porta l'associazione a ipotizzare un risparmio complessivo quantificabile in 10,5 miliardi di kilowattora, corrispondente a 1,8 miliardi di euro. Per capire se sarebbe vantaggioso adottare l'ora legale "artificiale" per tutto l'anno, secondo Altroconsumo, bisognerebbe tuttavia rivolgersi al gestore della rete elettrica Terna: ciò che resta da capire è se, in effetti, lasciare le lancette avanti di un'ora comporterebbe dei benefici anche in quei mesi in cui le giornate sono già "naturalmente" più corte e a quanto tali benefici potrebbero ammontare.

Le stime di Conflavoro

Per contrastare il caro energia, Conflavoro PMI propone di mantenere l'ora legale. Secondo il Centro Studi, nei 147 giorni che intercorrono tra l'entrata in vigore dell'ora solare (30 ottobre 2022) e la sua cessazione (26 marzo 2023), un'ora di luce in più si tradurrebbe in un risparmio potenziale di 2,7 miliardi di euro.

"Nel 2021 il fabbisogno energetico registrato da Terna si è attestato su 318,1 miliardi di Kwh, comprese ovviamente le energie rinnovabili", si legge in una nota di Conflavoro PMI. "Quest’anno i consumi sono in linea e, con l'inverno ancora lontano, Arera fissa già per il trimestre ottobre-dicembre un prezzo di 0,51 euro al KWh, riducendo al +59% il rincaro per la 'famiglia tipo' in tutela. Dopo dicembre, ossia in pieno inverno e con le molte incertezze che stiamo vivendo a livello internazionale, non è però dato sapere quel che accadrà", spiega il comunicato.

Nell'esempio portato, l'associazione usa come punto di riferimento il giorno più corto dell'anno: a Roma il sole tramonta alle 16:42, ma se restasse in vigore l'ora legale ciò accadrebbe alle 17:42."È vero che l'alba dello stesso giorno verrebbe spostata alle 8.34, anziché alle 7.

34", precisa la nota, "ma è facile intuire come si ritarderebbe l'uso della luce artificiale in un momento in cui la gran parte delle attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento, generando così un risparmio in termini di consumi e, conseguentemente economici".

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