Fiera Milano

Il trasporto pubblico riparte dalla sostenibilità

Le sfide del settore in profonda trasformazione a Next Mobility, in fiera Milano fino a venerdì 14 ottobre. In Italia l’età media dei mezzi urbani è di circa 10 anni, di quelli extraurbani 12 anni. Si stimano circa 3000 unità euro II da sostituire entro il 1 gennaio 2023 e circa 8500 euro III da sostituire entro il 1 gennaio 2024

Il trasporto pubblico riparte dalla sostenibilità

La mobilità sostenibile ha il volto della concretezza del fare e di quello che deve ancora fare nel percorso - già avviato - per l’evoluzione green del trasporto pubblico locale ed NME - Next Mobility Exhibition 2022 aperta in Fiera Milano a Rho fino a venerdì 14 ottobre ne è la prova perché la prima edizione di questa nuova manifestazione voluta da Fiera Milano, con 110 aziende del settore che hanno presentato veicoli innovativi come autobus e minibus, carburanti verdi, servizi tecnologici per le aziende e per gli utenti, idee per micromobilità e sharing fino ad arrivare ai vertiporti per collegamenti veloci ed ecologici dagli aeroporti alla città.

Evoluzione di un settore che dimostra come Fiera Milano è ancora una volta un hub che guarda alla modernità, al futuro fra business e approfondimenti di alto livelli sui temi di un settore in profonda trasformazione. “È una scommessa che abbiamo vinto, vedere il livello di partecipazioni italiane ed estere e di interlocuzione fra aziende, istituzioni, addetti ai lavori e visitatori, dimostra che c'è molto pragmatismo sulle problematiche del momento che nessuno nasconde, ma è anche la dimostrazione che l'innovazione è al centro della trasformazione digitale e della sostenibilità, elementi importanti del mondo del trasporto”, sottolinea con soddisfazione Luca Palermo, ad di Fiera Milano.

Luca Palermo ad Fiera Milano

Sfida legata al Pnrr e ai suoi obiettivi che impegna gli operatori del settore a raggiungere almeno il 10% degli spostamenti in auto verso sistemi di trasporto pubblico locale urbano o extraurbano entro il 2026 nelle grandi città e nei piccoli centri investendo in mezzi di ultima generazione elettrici, a idrogeno o a gas di qualità efficienti in modo da spingere gli utenti a privilegiare il trasporto pubblico e a limitare l’uso dell’auto privata. Temi approfonditi nel convegno inaugurale in cui è stato presentato “I driver per una mobilità innovativa e sostenibile” realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano.

Le città sono le realtà più interessate dal fenomeno. Basti pensare che a Milano il trasporto pubblico copre il 48%, una quota superiore a quello di Berlino e Madrid, inferiore solo a Londra e Parigi ma in Italia si viaggia ancora a bordo di bus obsoleti: l’età media dei mezzi urbani è di circa 10 anni, quella dei mezzi extraurbani è di circa 12 anni. Si stimano circa 3000 unità euro II da sostituire entro il 1 gennaio 2023 e 8500 euro III da sostituire entro il 1 gennaio 2024. Le risorse ci sono perché il Pnrr prevede investimenti di oltre 11 miliardi di euro solo per il trasporto urbano e con il Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile, la programmazione degli investimenti è certa e permette di dare maggiore sicurezza al mercato.
Conseguenza: il ritorno alla produzione in Italia di grandi brand, che genera indotto e nuovi posti di lavoro. Le opportunità di un cambio di passo sono molte e non riguardano solo la decarbonizzazione. I mezzi nuovi sono infatti connessi a livello digitale e permettono uno scambio continuo di informazioni che migliora il servizio, consente un costante monitoraggio dell’esercizio evitando i ritardi e l’affollamento a bordo o in fermata e informa l’utente finale sui tempi di attesa o con comunicazioni personalizzate. È ciò che in sintesi viene chiamato Mobility as a service, un approccio che si sta delineando anche in Italia e che permetterà di rendere più efficiente e inclusivo il trasporto pubblico locale.

Next Mobility espositori

La seconda giornata prede molti gli appuntamenti dedicati al settore. Anfia propone un momento di confronto utile a individuare le spinte e le risposte per riattivare la filiera e potenziare il comparto produttivo degli autobus in Italia mostrando che cosa sta facendo la nostra industria e che cosa ancora serve al Sistema Paese per una realistica transizione energetica della mobilità pubblica.

E-buses, the best practices. Charging strategies, planning, operations è invece un grande convegno internazionale - è presente anche Uitp, l'organizzazione mondiale del trasporto pubblico, che mette a confronto le più grandi aziende europee che hanno pianificato e messo in servizio grandi flotte elettriche: Transport For London, Keolis, Arriva Group (Deutsche Bahn) e per l’Italia Atm e Atac Roma. Il convegno parte da uno scenario europeo dove le immatricolazioni di autobus elettrici sono aumentate del 48% nel 2021 rispetto al 2020. 3.282 e-bus sono stati consegnati lo scorso anno, portando a oltre 8.500 i veicoli registrati nel continente dal 2012. Un mercato in forte aumento che determina una nuova pianificazione dei servizi e la realizzazione di infrastrutture di ricarica.

Investimenti e sviluppo tecnologico che devono però tener conto di uno scenario che vede, spiega Arrigo Giana, presidente di Agens e ad di Atm, del “cambiamento nelle abitudini della mobilità che avrà un impatto sul modello di business del settore. Oggi siamo a un -25% ma un 15% in meno sarà fisiologico. Crisi energetica e calo dei passeggeri hanno un impatto sui bilanci. Il settore da solo non riesce, servono fondi. Andamento ricavi e costi dell'energia sui bilanci 2023 sono esplosivi”.
“Le aziende - prosegue Giana - l'anno prossimo avranno bollette altissime. Come Atm ipotizziamo che da 45 milioni spenderemo 170 milioni, soldi che dovremo mettere in più con ricadute sul bilancio esercizio. La strada è aumentare la qualità del servizio del ttrasporto pubblico locale e occorre una politica di settore che ci porti ad avere gli strumenti per alzare questo livello.

La frammentazione del settore non regge, il modello da perseguire è come quello francese".

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