Pomigliano, la soluzione c'è: per i 19 lavoratori Fiat di Pomigliano in mobilità, ma anche per i 1.400 in cassa integrazione per cessata attività. Entro marzo non ci sarà più Fabbrica Italia Pomigliano e tutti i lavoratori rientreranno in Fiat Group Automobiles.
La notizia, di fonte sindacale, ieri sera non è stata confermata da parte dell'azienda. Ma la comunicazione ufficiale sarebbe attesa per oggi, sempre secondo i sindacati, che si preparano a definire i dettagli dell'operazione lunedì prossimo in un incontro, nello stabilimento campano, tra i vertici delle società - Fabbrica Italia e Fiat Group - e i segretari nazionali e territoriali di Fim, Uilm, Fismic e Ugl.
L'operazione dovrebbe essere un trasferimento di ramo d'azienda, con la dismissione di Fabbrica Italia Pomigliano e il conseguente trasferimento di tutti i 2.165 lavoratori nel gruppo Fiat.
Questo permetterà di salvaguardare i circa 1.400 operai ancora in cassa integrazione straordinaria, in scadenza a luglio prossimo, ma anche i 19 lavoratori in esubero e che l'azienda potrebbe licenziare entro maggio, a seguito dell'assunzione di altrettanti iscritti alla Fiom, in un primo tempo licenziati e per i quali, invece, la Corte d'Appello di Roma aveva disposto l'obbligo di reintegro sul posto di lavoro. La sentenza infatti riconosceva che i licenziamenti avevano carattere discriminatorio: il sindacato di Landini è l'unico che non ha firmato gli accordi con l'azienda, l'ormai famoso «modello Pomigliano». In seguito, la stessa Fiom aveva presentato un ricorso contro le 19 procedure di mobilità, respinto però dal Tribunale di Roma: il giudice ha infatti dato ragione alla Fiat, che aveva giustificato la decisione con il sovradimensionamento della struttura in un mercato dell'auto in netta flessione. La procedura era così andata avanti: non essendo stato raggiunto infatti l'accordo con il sindacato, per decidere i licenziamenti prevalgono i criteri oggettivi previsti dalla legge, che vanno dai carichi familiari all'età anagrafica e all'anzianità aziendale. Un parametro, quest'ultimo, che giocherebbe gravemente a sfavore dei 19 iscritti alla Fiom, assunti appena a fine novembre scorso. In ogni caso,la prospettiva era quella di una battaglia legale da combattere colpo contro colpo, estenuante e con esiti imprevedibili: e per scongiurarla, azienda e sindacati sono da tempo impegnati in una trattativa serrata.
«Troveremo una soluzione, i colloqui sono in corso», aveva confermato lo stesso ad Sergio Marchionne, all'inaugurazione dello stabilimento di Grugliasco.
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