Cambiano i pesi nel salotto dei soci di Ubi, passata di recente dal sistema di governance duale al monistico. Il Patto dei Mille, che riunisce tradizionalmente gli azionisti bergamaschi dell'istituto guidato dall'ad Victor Massiah, ha quasi raddoppiato il proprio peso nell'azionariato portandosi al 6,94 per cento. In una nota viene precisato che al patto aderiscono oggi 95 azionisti di Ubi. In corrispondenza di questo allargamento - aggiunge il comunicato - si è verificato un avvicendamento al vertice del patto, che ha visto il notaio Armando Santus succedere a Matteo Zanetti alla presidenza, in rappresentanza di tutte le componenti dell'accordo.
Il comitato direttivo è ora composto, oltre che dal presidente, da Angelo Radici (vice presidente e presidente Gruppo Radici), Gianfranco Andreoletti (presidente di Scame), Domenico Bosatelli (presidente di Gewiss), Giuseppe Pilenga (presidente di P4P Int e Fonderie Pietro Pilenga), Roberto Sestini (presidente Gruppo Siad), Matteo Tiraboschi (vicepresidente esecutivo di Brembo) e Matteo Zanetti (vicepresidente Gruppo Zanetti). All'ultimo aggiornamento, lo scorso febbraio, il patto dichiarava il 3,6% del capitale. Tra i partecipanti all'accordo ci sarebbero tre azionisti con quote superiori all'1% di Ubi: Radici, Andreoletti e Bosatelli.
L'obiettivo del nuovo accordo, che resta comunque aperto a nuove adesioni, è quello «di favorire e assecondare la formazione di un interpatto, che potrebbe denominarsi Comitato azionisti di riferimento, finalizzato a promuovere tra l'altro sinergie di indirizzo, di obiettivi di sviluppo e di governance in Ubi Banca, nel rispetto dei distinti ruoli e delle diverse responsabilità». Tutto in «un'ottica collaborativa con altri raggruppamenti di azionisti», ovvero i soci bresciani ma anche gli investitori istituzionali.
Sembra dunque essere stato raccolto l'appello del presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo (Crc), Giandomenico Genta, che
il 12 aprile aveva auspicato la creazione di un patto tra i soci storici e i nuovi soci. Ipotesi vista «con favore» dalla presidente di Ubi, Letizia Moratti, perché garantirebbe alla banca «una visione di lungo periodo».
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