Economia

Ue, inflazione dimezzata nell'Eurozona. L'Italia corre meno di tutti

Previsioni economiche d’inverno della Commissione Ue: crescita in calo nella zona Euro. L'Italia resta al palo. Deficit al 2,5% (dal 2,3%)

Ue, inflazione dimezzata nell'Eurozona. L'Italia corre meno di tutti

Per il 2016 l’inflazione annuale dell’eurozona è prevista solo allo 0,5%, dimezzata rispetto all’1% preventivato a novembre. Il dato emerge dalle previsioni economiche d’inverno della Commissione Ue, secondo cui il debole aumento dell’inflazione già nel 2015 è dovuto a "un ulteriore declino dei prezzi del petrolio" e per il 2016 pesa anche una "crescita dei salari tenue". Il tasso dovrebbe invece salire all’1,5% nel 2017 con salari più elevati, maggiore domanda interna e un aumento moderato del prezzo del petrolio. L’esecutivo comunitario sostiene che il costo del petrolio sia la causa principale di questa bassa inflazione. "Il prezzo del petrolio - recita il documento - è scivolato di nuovo e si considera che rimarrà nettamente inferiore rispetto alle previsioni di autunno, e che rimbalzerà più tardi" del previsto. Questo andamento dei prezzi del greggio "è probabile che ritarderà il rimbalzo dell’inflazione dal suo attuale livello molto basso".

La crescita del pil dell'Italia quest’anno sarà pari all’1,4%, contro l’1,5% previsto all’inizio di novembre. Nel 2017 all’1,3%, contro l’1,4% precedente. Il governo prevede uno scenario di base all’1,6% in entrambi gli anni. "L’economia italiana - è scritto nel rapporto pubblicato oggi - crescerà a un ritmo più veloce (rispetto al 2015, +0,8% ndr), però sempre sotto la media della zona euro" (1,7% nel 2016 e 1,9% nel 2017).

La disoccupazione nel 2016 è destinata a calare dall’11,9% all’11,4% per portarsi l’anno prossimo all’11,3%. Si tratta di un calo "graduale" indica la Commissione europea e sarà caratterizzato dal rientro nel mercato del lavoro delle persone ormai "scoraggiate". La disoccupazione viene riassorbita lentamente, indica il rapporto comunitario, "nonostante" l’azione di riforma del mercato del lavoro che "ha sostenuto l’aumento dell’occupazione nel 2015" (1,1% sia nel 2015 che nel 2016, 1% nel 2017). La Commissione segnala l’esenzione contributiva per tre anni per le assunzioni con contratto permanente, l’estensione della parziale esenzione (40%) per il 2016.

Per quanto riguarda l’andamento macroeconomico, la Commissione segnala come "anche se i crediti deteriorati pesano tuttora sui bilanci delle banche, le condizioni di credito nel 2016 miglioreranno dato che la politica monetaria resta accomodante". Ciò sosterrà la ripresa degli investimenti specialmente nel settore dei macchinari e degli equipaggiamenti, nelle costruzioni non residenziali. L’espansione dell’attività continuerà nel 2017 quando maggiori importazioni neutralizzeranno la forte domanda esterna e i consumi privati risentiranno dell’aumento dell’Iva previsto dalla legge.

Le stime europee si basano sul fatto che nel 2017 aumenterà l’Iva (due punti percentuali il tasso standard e 3 punti percentuali i tassi ridotti) a meno che non siano trovate misure compensative dal lato della spesa (si tratta delle fatidiche clausole di salvaguardia degli obiettivi di deficit). Se gli aumenti dell’Iva saranno evitati "nel 2017 il tasso di inflazione potrebbe risultare significativamente più basso di quanto previsto" (1,8%). Secondo Bruxelles, un ulteriore rallentamento della domanda esterna, un possibile deprezzamento delle valute dei mercati emergenti e tensioni nei mercati finanziari "costituiscono rischi al ribasso" delle previsioni. Le pressioni sui costi del lavoro sono previste limitate.

La dinamica salariale moderata, la riduzione del cuneo fiscale e il miglioramento della produttività del lavoro aumenteranno i costi nominali unitari del lavoro sotto la media eurozona nel biennio.

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