Unicredit parte con il buy-back da 1,6 miliardi di euro e, allo stesso tempo, emergono trattative, allo stato preliminare, per la cessione della controllata in Russia. Il mercato ci scommette, già corroborato dalla conferma del riacquisto di azioni, con il titolo che chiude in Borsa sugli scudi (+10,8%) a 9,37 euro e tocca i livelli di metà aprile. Per l'asset, secondo quanto riportato da Bloomberg, si sarebbero fatti avanti acquirenti, non soggetti a sanzioni, interessati ad avere la licenza bancaria in Russia. La partita non è facile, come ammesso dallo stesso ad Andrea Orcel, anche perché Unicredit non intende lasciare il Paese senza che ci sia un'adeguata valorizzazione della partecipazione.
Altre strade, se la cessione non dovesse concretizzarsi, potrebbero essere una chiusura delle attività con costi non di poco conto e con una tempistica lunga. Un'ipotesi, questa, da scongiurare. Oppure la nazionalizzazione da parte di Mosca degli istituti di credito. Al momento, però, non sembra che questa sia la priorità da parte del Cremlino. Il gruppo di Piazza Gae Aulenti, nel frattempo, ha ridotto la propria esposizione in Russia di 2 miliardi di euro (grazie a operazioni di swap con controparti russe non soggette a sanzioni) e, nel comunicare l'ultima trimestrale, ha indicato rettifiche per 1,3 miliardi di euro. La controllata, tra gennaio e marzo, ha segnato una perdita di 915 milioni di euro. Se i colloqui dovessero andare avanti e a buon fine si tratterebbe della seconda uscita importante di una grande banca europea dalla Russia, dopo la francese Societè Generale. L'istituto francese, infatt, ha ceduto le sue attività bancarie e assicurative nel Paese a Interros Capital, un fondo di investimento fondato da Vladimir Potanin, un oligarca vicino al presidente Putin. Il gruppo cederà la sua intera quota in Rosbank e la controllata assicurativa con una cancellazione dall'attivo di 2 miliardi.
Tornando al buy back, Unicredit è il primo istituto in Italia ad avviarlo dopo
l'autorizzazione della Bce. Il piano di riacquisto di azioni è partito oggi e dovrebbe concludersi in poco meno di tre mesi e cioè entro luglio. Riguarda un massimo 215 milioni di azioni pari a circa il 9,84% del capitale.
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