Arriva la "botta" quarantena: ecco chi deve pagare

Unimpresa denuncia che, con la ripresa delle attività vi sarà un salasso per le aziende "dal momento che la quarantena dei dipendenti, non più considerata malattia dall’Inps "

Arriva la "botta" quarantena: ecco chi deve pagare

Le aziende dovranno coprire "il mancato riconoscimento, da parte dell’Inps, delle prestazioni pagate durante le assenze per malattia e, fino allo scorso 6 agosto, riconosciute anche a chi, per legge, viene obbligato a restare nel proprio domicilio, quindi senza poter lavorare, nel caso di contatto stretto con persona contagiata dal Covid".

Lo denuncia Unimpresa che parla di un vero e proprio salasso in vista della ripresa post ferie e delle riaperture "dal momento che la quarantena dei dipendenti, non più considerata malattia dall’Inps "a causa dell’ennesimo pasticcio normativo, sarà di fatto scaricata sui datori di lavoro". E, se le aziende non dovessero coprire le prestazioni Inps, i lavoratori si ritroveranno tra i 600 e i 700 euro in meno in busta paga per i 10 giorni di assenza previsti con la quarantena. Per le imprese"si tratterebbe in ogni caso di fare i conti con un danno, che potrebbe essere doppio: gestire l’assenza di personale, che in caso di contagi aziendali potrebbe addirittura dimezzarsi, quindi con conseguenze sull’operatività aziendale, e, contemporaneamente, subire un peso per l’eventuale compensazione dei buchi nelle retribuzioni dei dipendenti".

Un'eventualità questa, già anticipata recentemente da ilGiornale.it e che ha visto l'ente previdenziale finire di nuovo al centro delle polemiche. Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, aveva dichiarato a La Stampa:"Il problema è noto e lo abbiamo fatto presente da tempo, non dipende certo dall'Inps" e sperava che fosse il governo a rimediare al gran pasticcio.

La misura che equiparava la quarantena alla malattia era stata adottata per evitare che chi non avesse la possibilità di lavorare in smart working fosse costretto a prendere ferie o permessi non retribuiti. Il tutto con inevitabili perdite economiche per i dipendenti. Con la circolare 2842, l'Inps non solo ha deciso di non pagare più la quarantena dei dipendenti asintomatici, ma ha resto la norma retroattiva per cui i lavoratori che dal 1 gennaio 2021 sono stati costretti a un periodo di quarantena precauzionale si vedranno decurtare lo stipendio.

Il Mef ed il ministero del lavoro, infatti, nonostante i solleciti di Tridico, non hanno prorogato la copertura che era stata prevista nel 2020: a fronte di 663 milioni di euro stanziati lo scorso anno, infatti, i soli 282 erogati per il 2021 sono insufficienti a garantire la prosecuzione della misura.

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