Ancora nessuna decisione su quando mettere all'asta l'inoptato degli aumenti di capitale di Unipol e Fonsai. Le banche del consorzio di garanzia capitanate da Mediobanca e Unicredit vorrebbero rimediare al flop della prima fase della ricapitalizzazione, anche se 142 milioni saranno comunque a carico della compagnia bolognese. Gli istituti di credito vogliono evitare una nuova débâcle e, per questo, ieri hanno passato buona parte della giornata in conference call senza però raggiungere un accordo.
Le banche infatti stanno ragionando su quale possa essere il momento più opportuno per vendere l'inoptato, pari a circa 800 milioni di euro su 2,2 miliardi di aumenti. Si tratta di discussioni tecniche che prendono in considerazione anche un calendario accidentato e la situazione dei mercati, resi più avari dal clima ferragostano.
A questo punto è però certo che l'asta dei diritti non partirà domani: se anche oggi si decidesse di procedere subito, l'avvio slitterà almeno a giovedì. In tal caso, oltre alla pausa del fine settimana, l'asta, che durerà cinque giorni, si fermerebbe anche il mercoledì di Ferragosto per chiudersi giovedì prossimo. Se le banche dovessero preferire una settimana di contrattazione consecutiva e mercati meno «asciutti» si andrà probabilmente a fine agosto. Quanto a Mediobanca e Unicredit gli ad, Alberto Nagel e Federico Ghizzoni, non disperano di poter collocare titoli per un altro centinaio di milioni presso istituzioni amiche.
Ma la partita finanziaria rischia di passare in secondo piano di fronte alle inchieste della magistratura e al faro della Consob. I rischi, anche qui, non mancano.