Della Valle torna in guerra E Rcs vola in Borsa (+2,4%)

In Borsa si riaccende l'interesse per Rcs. Ieri a Piazza Affari il titolo del gruppo editoriale ha guadagnato il 2,46% a 1,71 euro. A sostenere le quotazioni la ritrovata verve polemica dell'imprenditore Diego Della Valle che in un'intervista a Repubblica ha nuovamente attaccato l'asse Fiat-Intesa. Ma soprattutto si è dichiarato disponibile - «se non si troverà un editore puro» - ad acquistare parzialmente il 15% circa che Mediobanca metterà tra gli asset disponibili per la vendita, una volta scaduto il patto.
In particolare, Mister Tod's ha chiesto un rimpasto in cda «con l'ingresso di altre persone competenti, oltre a quelle che ci sono già». Richiesta cui si è indirettamente associato il presidente di Rcs Angelo Provasoli sostenendo che il modello proposto dall'ex ad Vittorio Colao in Vodafone con un board tutto manageriale è «da seguire». Della Valle ha inoltre messo un'ipoteca sulla futura permanenza dell'ad Pietro Scott Jovane. «Vedremo l'andamento del business e faremo le valutazioni sulla base dei risultati ottenuti», ha detto, pur contestando l'assenza di prodotti innovativi. Le dichiarazioni più taglienti sono state riservate, more solito, al presidente di Fiat, John Elkann. Sull'ipotesi di un'integrazione il Corriere e La Stampa, Della Valle ha minacciato che «chi tenterà operazioni di questo tipo se ne assumerà la responsabilità anche a livello personale: Rcs ha già pagato a Fiat il pedaggio Fabbri». Ancor più duro è stato il passaggio dedicato al presidente del cds di Intesa. «L'era Bazoli al Corriere è da considerarsi finita: se l'azienda è in queste condizioni, la colpa è da considerarsi prevalentemente sua».
Il nuovo smarcamento di Della Valle, dopo la sostanziale quiescenza connessa al mancato rinnovo del patto di sindacato, si origina sicuramente come mossa tattica per evitare il configurarsi di una nuova egemonia sabaudo-meneghina in Via Solferino.

E magari per cercare di modificare ove possibile il business plan di Scott Jovane anche se la vendita dell'immobile sede del Corriere a Blackstone (ancorché in stand-by per via di una nuova perizia) difficilmente potrà essere evitata.