Sulle banche venete pende ancora la scure del bail in. Le trattative tra il governo italiano e l'antitrust Ue delle due banche vengono definite difficili da diverse fonti finanziarie. Le perdite pregresse e prevedibili non possono essere coperte dagli aiuti pubblici.
Il fondo Atlante II è disposto a scendere in campo solo per lo smaltimento delle sofferenze e non per contribuire all'obolo di un miliardo chiesto da Bruxelles. Il ministero del Tesoro vorrebbe uno sconto dalla Commissione Ue, proponendo di aggiungere ai 2.200 prepensionamenti oltre 1.400 esuberi e un taglio di circa il 10% degli stipendi. Ma per il momento la reazione del team di Margrethe Vestager sarebbe fredda. La sensazione, aggiunge una fonte, è che l'Europa non voglia creare troppi precedenti con i salvataggi di Stato: passi per il Montepaschi, banca sistemica, ma per essere credibili bisogna sacrificare qualcuno. E in questo caso parliamo di due banche non quotate, che pesano sull'economia del territorio ma solo per il 2% sul sistema tricolore, dunque sono «sacrificabili» sull'altare del rigore europeo.
Le diplomazie restano comunque al lavoro. Ieri si sono riuniti alcuni comitati della Pop Vicenza, tra cui quello Strategico, per discutere degli ultimi aggiornamenti e oggi si terranno a Milano i cda dell'istituto berico e di Veneto Banca.
Più a sud, quella che fino a ieri era considerata la Cenerentola del «sistema» bancario, sta cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel. Il cda di Mps ieri ha infatti concesso un periodo di esclusiva fino al 28 giugno a Quaestio Capital Management, per conto di Atlante II, e di un gruppo di investitori. L'obiettivo, si legge in una nota della banca, è «permettere la negoziazione dei termini e condizioni della cartolarizzazione del portafoglio di sofferenze oggetto di cessione che alla data del 31 dicembre 2016 ammontava a circa 26 miliardi». L'operazione dovrebbe essere strutturata con una società ad hoc per accogliere le sofferenze, con un valore intorno a un quinto del totale. Il veicolo speciale lancerà sul mercato 1,6 miliardi di titoli junior e mezzanini, con 900 milioni in quota ad Atlante. Tra gli altri investitori sono circolati i nomi di Fortress e Credito Fondiario, con Elliott possibile altro interessato. Altri titoli per 3,3 miliardi saranno emessi con la garanzia dello Stato sul mercato. Chiuso il dossier sofferenze, per il monte si libera la strada verso l'ok di Bruxelles alla ricapitalizzazione precauzionale.
Intanto, dalla manovra-bis del governo spunta un emendamento del Pd approvato ieri in Commissione Bilancio della Camera volto a facilitare la cessione dei cosiddetti npl.
Le società di cartolarizzazione cessionarie dei crediti deteriorati ceduti da banche e intermediari finanziari potranno infatti concedere finanziamenti finalizzati a migliorare le prospettive di recupero degli stessi crediti e favorire il ritorno in bonis del debitore ceduto.
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