In vista della fine del «lock up» circola anche la minaccia delle dimissioni

In vista della fine del «lock up» circola anche la minaccia delle dimissioni

Inverno intenso per Alitalia. Prossime scadenze: il 12 gennaio, giorno in cui gli azionisti italiani potranno vendere tra di loro le quote della società (il libero scambio delle azioni potrà avvenire da ottobre 2013); un'occasione per capire chi tra i soci che stanno più scomodi (come i Ligresti e i Riva, che hanno tuttaltro per la testa) potrebbe chiedere di vendere.
Poi il 22 gennaio, quando il Consiglio di Stato si pronuncerà definitivamente sulla concorrenza sui collegamenti tra Roma e Milano: la tesi della compagnia è che il vero concorrente è il treno, e che quindi il suo monopolio aereo tra Linate e Fiumicino non ha rilievo. In attesa del verdetto, è stata sospesa la pronuncia del Tar, che aveva dato via libera a easyJet; quest'ultima è già pronta a far suoi 7 slot da Linate, ma per ora incrocia le dita.
La vicenda è importante per Alitalia, per la quale il Milano-Roma oggi vale il 3% dei ricavi complessivi. Per Andrea Ragnetti sarebbe una bella vittoria veder riconoscere l'ardita tesi che terra e cielo sono fungibili. Già nei giorni scorsi la firma degli accordi sindacali che hanno permesso di rinunciare a 690 tagli hanno riportato del sereno nei suoi rapporti con gli azionisti, e la conferma è venuta dal cda di mercoledì, nel quale non si sono segnalati contrasti di rilievo. Invece il precedente era stato burrascoso, con sbatter di porte.
I rapporti tra Ragnetti e alcuni consiglieri sono stati tesi nelle ultime settimane, durante le quali si sono anche rincorse voci allarmate; l'ex presidente dell'Enac, Alfredo Roma, è giunto a scrivere sul Sole 24 ore: «Una paventata uscita di Andrea Ragnetti potrebbe portare (la compagnia, ndr) a un punto di non ritorno». Ora la grande sfida dell'ad è il quarto trimestre: ha promesso più volte che sarà il migliore di sempre, e quindi dovrà chiudere con una perdita inferiore ai 15 milioni del 2009. Qui gli azionisti lo aspettano al varco, anche se i tempi del trasporto aereo continuano a essere turbolenti. Ma qualche elemento positivo c'è: l'ultimo è il decreto sviluppo, in base al quale Ryanair sarà costretta a pagare in Italia i contributi per i dipendenti italiani. Un fatto che rimuove un fattore di distorsione della concorrenza, a vantaggio del mercato e, quindi, della stessa Alitalia.


Lunedì forse si saprà qualcosa di più: è in calendario l'ultima conferenza stampa 2012 di Ragnetti che, per l'occasione, avverrà in cielo, durante l'ultimo volo del leggendario Md 80, storico velivolo degli anni '80, che si congederà scortato dalle Freccie tricolori.

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