Volkswagen batte il dieselgate supera Toyota ed è numero 1

Wolfsburg «piazza» 10,3 milioni di auto grazie anche alla Cina. Dove VW ora vuole crescere con le elettriche

Volkswagen batte il dieselgate supera Toyota ed è numero 1

Il «Dieselgate» e i suoi continui strascichi non frenano le vendite del gruppo Volkswagen che viene ora incoronato leader nel mondo, davanti alla giapponese Toyota. Sono state così confermate le prime indiscrezioni d'inizio anno da parte del sito focu2move che assegnavano ai tedeschi il titolo iridato, con un lieve margine su Toyota. Quest'ultima, secondo i dati ufficiali, nel 2016 ha venduto 10,18 milioni di veicoli, mettendo a segno un leggero rialzo che però non è bastato per superare i 10,3 milioni di automezzi registrati dal colosso di Wolfsburg (+3,8%). Toyota ha dunque perso una supremazia mondiale nel settore che deteneva dal 2008, con l'eccezione del 2011, l'anno del catastrofico Tsunami. Nella graduatoria mondiale, il terzo posto è di Gm che però deve ancora fornire i dati completi sulle immatricolazioni.

Il successo del gruppo Volkswagen, che nel 2016 si è confermato leader pure in Europa con quasi 3,5 milioni di veicoli venduti (+3,5%; con i marchi Audi, Skoda, Porsche e Seat a fare da locomotiva), ha trovato una forte spinta soprattutto dalla Cina, il suo primo mercato, seguito da quello domestico. Sempre in Cina, inoltre, anche nel 2016 Audi ha conservato la leadership nel segmento premium. Ma Wolfsburg punta soprattutto a crescere sotto la Muraglia con i suoi veicoli elettrici, aumentando i volumi a circa 400mila esemplari l'anno, entro il 2020, per poi crescere ulteriormente a 1,5 milioni per il 2025.

La conquista del primato mondiale, comunque, vede nella risposta positiva dei clienti l'aspetto più importante: l'immagine del gruppo ha tenuto nonostante il «Dieselgate» e i malumori in Europa per la disparità di risposta ai consumatori rispetto a quelli americani. Intanto si guarda al 2017 e, in particolare, a quello che accadrà con la presidenza di Donald Trump negli Usa. Toyota ha appena annunciato di investire 10 miliardi di dollari in cinque anni negli Stati Uniti (nel 2016 il gruppo giapponese ha fatto uscire dai suoi impianti americani quasi 1,4 milioni tra auto e pick-up). Una risposta alle critiche di Trump sulla produzione di vetture in Messico. Senza contare che lo stesso nuovo presidente ha stigmatizzato anche il continuo arrivo nel Paese di decine di migliaia di veicoli sfornati in Giappone. Con un mercato Usa stimato in frenata, alcuni analisti interpellati da Automotive News vedono i tedeschi ancora davanti ai giapponesi anche quest'anno, grazie soprattutto al momento positivo di Europa e Cina. Volkswagen, infatti, è meno esposta negli Usa rispetto a Toyota.

Sembra intanto essere finita la tregua dopo le accuse tedesche a Fca di essere protagonista di un presunto «Dieselgate» in salsa italiana. Da Bruxelles è arrivato un ultimatum all'Italia: entro la fine di febbraio, Roma deve fornire risposte esaurienti sui controlli effettuati ai motori di Fca finiti nel mirino. Il rischio è di vedersi aprire una procedura d'infrazione. «Sono sempre più scettica visti i ritardi delle autorità italiane», ha detto la commissaria Elzbieta Bienkowska al Welt an Sonntag.

Giovedì è in programma un incontro tecnico tra Commissione Ue, Italia e Germania. Tra mercoledì e giovedì la stessa commissaria Ue all'Industria sarà a Milano dove vedrà il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda. Potrebbero esserci delle scintille, sempre che i due tocchino l'argomento.

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