Volkswagen chiude la porta all'ipotesi di un matrimonio con Fiat Chrysler Automobiles. Il ceo del gruppo tedesco, Matthias Müller, non sembra per il momento sentire il fiato sul collo della fusione tra Psa (Peugeot-Citroën-Ds) e Opel-Vauxhall. «Non siamo aperti a trattative su nulla - ha detto il top manager parlando con Reuters a margine del Salone dell'auto di Ginevra - abbiamo altri problemi, non vedo Marchionne da mesi».
Martedì scorso l'ad di Fca aveva affermato all'evento svizzero che l'accordo tra il gruppo guidato da Carlos Tavares e General Motors per la cessione da parte degli americani di Opel e Vauxhall metterà «pressione» al posizionamento della Casa di Wolfsburg sui mercati domestico ed europeo. «Non ho dubbi che al momento opportuno Volkswagen potrebbe presentarsi per fare una chiacchierata», aveva affermato Marchionne ai giornalisti, tornando sulla necessità di un effetto scala per l'industria dell'auto, alle prese con la scarsa remunerazione del capitale.
Müller non sembra dello stesso avviso. «Secondo la mia opinione, le dimensioni non contano - ha spiegato ieri il capo azienda tedesco - e ho sempre sostenuto che i volumi non sono il nostro unico obiettivo. Vogliamo essere un produttore di successo in ogni ambito».
Tuttavia con l'acquisizione di Opel, Psa rafforza la sua seconda posizione tra i costruttori europei, toccando quasi quota 2,5 milioni di immatricolazioni di auto nel Vecchio continente, proprio dietro a Volkswagen, che guida la classifica con 3,6 milioni di unità. Fca ha invece venduto in Europa circa 1 milione di auto nel 2016. E una fusione con Vw creerebbe un campione europeo con una quota di mercato del 30%, a fronte del 17% di Psa-Opel, ricacciando indietro l'assalto francese al primato. Inoltre, in caso di accordo, Volkswagen potrebbe beneficiare negli Usa delle operazioni di Chrysler, mentre Fca si avvantaggerebbe della forza dei tedeschi in Asia, in particolare in Cina. Sempre da Ginevra, anche il presidente di Gm, Dan Ammann, è tornato a escludere categoricamente un'alleanza con Fca: «Non eravamo interessati prima e siamo ancora meno interessati ora».
In Germania, intanto, a occuparsi del Dieselgate che ha travolto il Gruppo Volkswagen è la
cancelliera Angela Merkel. La vicenda «non è un fallimento del governo tedesco, ma è un loro scandalo», ha riferito in audizione al Bundestag sul caso delle emissioni truccate in milioni di modelli Diesel del colosso di Wolfsburg.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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