Ieri sera al teatro del Pime, il Pontificio istituto missioni estere, cè stato quello che potrebbe rimanere lunico confronto a tre dellintera campagna elettorale tra Letizia Moratti, Giuliano Pisapia e Manfredi Palmeri. Due ore di dibattito sereno - a parte i pochi minuti di tensione per il blitz di Forza nuova - davanti ai ragazzi con i calzoni corti e i fazzolettoni al collo: il miglior antidoto ai veleni di una campagna elettorale già così tossica. Prima domanda: perché candidarsi? «Non ho mai lasciato una lavoro a metà» assicura la Moratti. Per Palmeri la molla è la voglia di «coltivare il giardino di Milano con amore e cura». Pisapia apre ruvido chiedendo il voto agli immigrati, per «fare partecipare i tanti che sono venuti a Milano in questi anni». Poi tutto va liscio con una Moratti ben determinata e carica. Intanto la sfida sta prendendo una piega ben chiara. Domenica al Nuovo Berlusconi ha lanciato la sfida, «vinceremo al primo turno» e «supererò le 53mila preferenze del 2006». E i numeri serviti ieri da Euromedia research al tavolo di casa Moratti, presenti i colonnelli di Pdl e Lega, confermano il pronostico. La Moratti è già al 50,8 per cento delle preferenze, che lievitano al 52 con i consensi di lista. Pisapia è al 41%, che scende invece al 39,4 nel voto dei partiti. Palmeri si fermerebbe al 3,8 e arriverebbe al 4,3 con i consensi di Udc e dalla lista civica Fli-Api.
Laffluenza viene stimata intorno al 71 per cento, leggermente superiore a cinque anni fa quando il weekend elettorale si chiuse con il 67,6 per cento dei milanesi al voto. Allinterno della coalizione di centrodestra il Pdl sarebbe al 33,9%, la Lega al 13, la lista civica Milano al centro intorno all1,8. Nel centrosinistra, il Pd avrebbe il 24 per cento.Ecopass, Expo e mafia Pisapia e Palmeri spiazzati dalla Moratti
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