Henry Proglio arriva oggi in Italia sulla scia della sconfitta elettorale di Nicolas Sarkozy, che lo scorso autunno lo ha nominato amministratore delegato di Edf, Electricité de France, il maggior gruppo di produzione e distribuzione di energia dOltralpe. Se le urne hanno indebolito il presidente, non per questo deve risentirne la figura del supermanager. Tuttavia - è un fatto - il clima non è dei migliori. Proglio oggi a Roma potrebbe incontrare il presidente dellEnel, Fulvio Conti - il partner italiano nel nucleare - ma lindiscrezione non viene confermata. Se incontro ci sarà, sarà riservato. Del resto - si fa notare - si sono appena visti l8 marzo a Parigi al summit sul nucleare civile, e si rivedranno al bilaterale Italia-Francia del 9 aprile. Proglio sicuramente non incontrerà a Roma il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, impegnato in Liguria: anche con lui, appuntamento fra meno di tre settimane.
Il coté più atteso è, piuttosto, quello milanese. Proprio oggi (coincidenza?) è in programma lassemblea di Edison: ma Proglio non ci sarà, seppur cooptato nel consiglio di amministrazione di Foro Buonaparte. Incontrerà nel pomeriggio Giuliano Zuccoli: ma non nella sua veste di presidente Edison, piuttosto in quella di presidente del consiglio di gestione di A2A, azionista di Edison insieme a Edf. É curioso come gli interessi di Roma e Milano sintreccino e trovino in Proglio la stessa controparte. Con la romana Enel, Edf gioca la partita del nucleare italiano. Edf ha bisogno di Enel per essere protagonista in Italia; Enel ha bisogno di Edf per acquisire know how e poter essere allaltezza del ruolo che le è richiesto (già oggi i due gruppi collaborano alla realizzazione della centrale di Flamanville).
Con la lombarda Edison, che Edf controlla in proprio e insieme ad A2A, la partita è diversa e più spinosa. Tutto ruota intorno alle casse asciutte dei Comuni di Milano e di Brescia, titolari di un 15-16% di Edison attraverso la catena Delmi-Transalpina di Energia, questultima al 50% con Edf. Lacquisizione, sei anni fa, fu fatta a debito (4,2 miliardi); il valore delle azioni è crollato (da 1,6 a 1 euro); gli utili vengono drenati al servizio del debito e nelle casse degli azionisti arriva sempre meno. I tempi sono cambiati, è vero, ma le buone vecchie municipalizzate rendevano di più. Così (non da oggi) i Comuni alimentano lauspicio di far cassa: e a chi potrebbero vendere se non al socio francese, con cui condividono la scatola di controllo? Ai valori di libro, il 50% di Transalpina di Energia (che corrisponde al 30% di Edison) dovrebbe ammontare a non meno di 6 miliardi. Proglio li ha: ma in questo momento sembra meglio attendere.
Ecco che gli interessi romani e quelli milanesi sintrecciano. La vera partita oggi è il nucleare. Edison, al confronto, appare una bazzeccola. Prima di affrontare le suppliche dei sindaci, Proglio vorrà chiarezza sulle strategie governative sullatomo. Oggi cè dunque da aspettarsi un Proglio attendista e temporeggiatore. I più pessimisti se lo aspettano sfuggente.
I veri appuntamenti non sono quelli odierni. Ma quelli nellagenda delle istituzioni italiane chiamate a dare labbrivio al nucleare made in Italy. A ben guardare già oggi cè un ritardo valutabile in un paio di mesi. In febbraio - puntuale - è stato varato il decreto delegato che ha definito i 13 criteri per la definizione dei siti. Ma questi criteri dovranno essere «riempiti» con i parametri proposti dallAgenzia di sicurezza: sarà anzi il primo atto dellAgenzia. Il punto è che questa ancora non esiste; lo statuto è pronto ma le nomine per farla funzionare, affidate a un decreto del Presidente della Repubblica, sono attese dopo Pasqua. Il 9 aprile - al summit Italia-Francia - è in programma la presentazione degli accordi Enel-Edv-Areva-Ansaldo.
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