Edison, ok al riassetto ma Tassara non ci sta

Edison, ok al riassetto ma Tassara non ci sta

Tutto come previsto. O quasi. Ieri i cda di A2A e Delmi hanno dato il via libera alla proposta di cedere la loro partecipazione in Edison acquisendo quella di Edf e Alpiq in Edipower. Il consiglio di Foro Buonaparte, invece, ha dato mandato all’ad Bruno Lescoeur di «predisporre un piano di lavoro» per verificare l’impatto finanziario e ratificare l’intesa entro il 31 gennaio 2012. I patti parasociali saranno prorogati «tecnicamente» fino al 15 febbraio.
Due gli «imprevisti». In primo luogo, gli attori coinvolti nella vicenda hanno deciso di rispondere a tarda sera, in anticipo rispetto al previsto, ai quesiti della Consob sull’accordo. Il nuovo quesito all’Authority presieduta da Giuseppe Vegas sull’obbligatorietà dell’Opa sarà formulato il mese prossimo. In secundis, il prezzo unitario di 0,84 euro offerto dai francesi di Edf, che valorizza il 30% di Edison 1,33 miliardi, è «frutto di un libero negoziato tra le parti» (con la mediazione fattiva del consigliere indipendente di Edison, Gregorio Gitti, vicino al ministro Corrado Passera), ma è in linea con la media ponderata di Borsa degli ultimi dodici mesi. Analogamente, la libera scelta delle parti ha convenuto di valorizzare Edipower un miliardo, anzi un po’ di più perché Edf, per il suo 50%, otterrà 500 milioni, più altri 100, mentre Alpiq avrà 200 milioni per il 20 per cento. Nessun dettaglio specifico sul contratto di sei anni per la fornitura di gas a Edipower da parte di Edison: ci saranno clausole di flessibilità di consegna. In ogni caso, le delegazioni di Edison, Delmi, Iren e A2A oggi andranno in Consob per un incontro tecnico sulla questione.
È stato lo stesso presidente del consiglio di sorveglianza di A2A, Graziano Tarantini, ad annunciare il meeting con i tecnici dell’Authority ribadendo che, a suo parere, il prezzo unitario di 0,84 euro «non penalizza le minoranze anche se sarà la Consob a doversi esprimere». Minoranze che - ed è questo il secondo «imprevisto» - ieri hanno manifestato perplessità, ma nel cdg di A2A. Mario Cocchi, ad di Carlo Tassara (che ha il 10% di Edison e il 2,5% dell’utility), si è astenuto dalla delibera, ma preventivamente aveva minacciato voto contrario e dimissioni. Secondo Tassara, l’accordo è stato troppo repentino per poter consentire una valutazione obiettiva. Insomma, l’informativa è stata «insufficiente» e prefigura minusvalenze importanti per la holding gravata dai debiti. Per quanto riguarda l’aumento di Edison, il presidente Giuliano Zuccoli ha precisato che «si deciderà quando Edf avrà preso il controllo totale». Intanto i consiglieri indipendenti (oltre a Cocchi e Gitti, Gian Maria Gros-Pietro) valuteranno la congruità del prezzo con Goldman e Rothschild.
Al business bisognerà pensare al più presto. Da tutte e due le parti. «C’è molto da fare perché il termoelettrico sta soffrendo e avremo un po’ di anni difficili davanti», ha sottolineato Tarantini, ma «ora c’è chiarezza». Infatti A2A e Iren sono già d’accordo per la futura governance di Edipower: ad alla prima e presidenza alla seconda, come ha spiegato il dg di Iren, Andrea Viero.

Anche perché c’è un altro elemento di cui tenere conto: la minusvalenza iniziale di 800 milioni per la cordata italiana che, però, si spera di far annegare nella prevista fusione Delmi-Edipower. Fusione alla quale, prima o poi, penseranno i due grandi attori, A2A e Iren, ma magari quando le amministrative 2012 saranno già alle spalle.

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